Quaresima: grazia e misericordia

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La Quaresima è sempre grazia per la ragione semplice che ci immette sulla strada della Pasqua, che è l'evento centrale della nostra salvezza.
Chi non si sente bisognoso di salvezza? Chi non aspira alla purezza del cuore? Chi non sa di essere totalmente povero quando si tratta di salvarsi? È stato scritto: "Se avessimo conosciuto la ragione delle cose, avremmo avuto compassione anche delle stelle".
 
Questo mondo, ferito dal peccato, ha bisogno di essere salvato nella sua totalità e interezza. E a maggior ragione l'uomo apice della creazione, poiché dal suo cuore ostinato provengono molti dei mali che riguardano tutto il creato. Anche dal mio cuore e dal tuo: non siamo un'eccezione. Abbiamo tutti bisogno della grazia del rinnovamento che giunge a noi dalla Pasqua.

L'atteggiamento dell'uomo nei confronti della Quaresima dev essere quello di aprirsi alla grazia di questo tempo che intende sconfiggere l'egoismo. Le pratiche quaresimali proposte dalla Chiesa sono un aiuto per combattere l'egoismo, la mancanza di amore, la durezza del cuore. Attraverso la preghiera, l'elemosina e il digiuno ci prepariamo a vivere la novità della Pasqua.
 
La preghiera ci consente di concentrarci su Dio, nostro inizio e nostra meta ultima. Ci ricorda che siamo suoi figli e fratelli di ogni uomo. Ci immerge nella verità di ciò che siamo: creature nate dal suo amore. E ci rafforza per ringraziare quotidianamente il Padre buono che è nei cieli. La preghiera è un antidoto alla nostra autosufficienza. Ci pone davanti alla luce di Dio che conosce tutti i segreti intimi del cuore.
Pregate sempre! pregate senza stancarvi! pregate con fiducia!

Sono questi i messaggi della Chiesa che ha raccolto dall'insegnamento di Cristo. Solo chi prega nel segreto del proprio cuore ritorna alla propria origine e si scopre amato da Dio e proiettato verso i fratelli e le sorelle. Solo chi prega così, guarda al futuro con il desiderio di vedere Dio alla fine del suo pellegrinaggio terreno.
 
La preghiera trova la sua efficacia nell'elemosina e nel digiuno. La grazia che riceviamo nella preghiera diventa misericordia verso gli altri. E la misericordia ha due mani generose: con una preleviamo dai nostri averi ciò che intendiamo elargire al bisognoso; con l'altra, diamo del nostro agli altri, senza che una mano sappia ciò che fa l'altra.

In questo modo eviteremo ogni tipo di autocompiacimento della nostra presunta bontà. Le due mani interagiscono: una ci priva mediante il digiuno; l’altro ci arricchisce mediante la misericordia. Una ferisce il nostro egoismo; l’altra ci guarisce mediante la compassione. E tutto compiamo nell'unità del nostro essere che riflette l'essere del nostro Padre Dio, che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e sui ingiusti.
 
 

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