Quaresima: conversione alla santità

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Abbiamo scritto più volte in questo tempo quaresimale che tutti siamo chiamati a riqualificare la nostra vita cristiana in vista di un permanente stato di conversiomne. 

Conversione alla santità. 
Dovrebbe essere questa la meta della nostra Quaresima.

Ci sono conversioni improvvise. Sono azioni gratuite di Dio che intervengono con forza nella vita degli uomini. 
Famose quelle di San Paolo, di Sant'Agostino e del Beato Charles de Foucauld. 
Altre conversioni avvengono progressivamente e altre molto lentamente, con alti e bassi. Finché viviamo, siamo sempre nel processo di conversione. 
 
La conversione più difficile è quella della cosiddetta “brava gente”. 
Cosa intendo dire? Molto spesso i cristiani si abituano a una vita di pietà che soddisfi le loro aspirazioni: evitare il peccato mortale, essere fedeli agli impegni del loro stato di vita, partecipare al culto cristiano... 

Tutto ciò è cosa buona e necessaria. Ma, senza rendercene conto, possiamo adattarci a quel certo tran-tran di vita cristiana pensando che Dio non chieda qualcosa di più. È un grave errore! 
 
Dio non smette mai di chiamarci alla santità. 
La santità ha come modello il nostro Padre celeste. «Siate dunque santi, perché io sono santo», leggiamo nell’antico Libro del Levitico al capitolo 11,45.
E ancora al capitolo 20, 7 afferma: «Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono il Signore, vostro Dio».
San Paolo, scrivendo agli Tessalonicesi raccomandò: «Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione» (1Tess 4,3).
E Gesù, nel Sermone della montagna, disse: «Siate santi, come il Padre vostro è santo» (Mt 5, 48).   
 
Quando santa Teresa di Gesù ha vissuto la sua seconda conversione, era già "una buona suora". Tuttavia, sperimentò che Dio la chiamava a qualcos'altro: a uscire dai suoi schemi di vita e dalla sua organizzazione. 
 
Questo è ciò che sant'Ignazio di Loyola, un altro convertito, chiama il "di più" a cui il Signore può chiamarci. Tutti possiamo dare di più: di più nella preghiera, di più nella carità e di più nelle opere di penitenza. Potremmo continuare: di più in famiglia; di più con i figli, di più con il marito o con moglie; di più sul lavoro; di più nelle relazioni con il nostro prossimo. Ma soprattutto di più nel tempo da dedicare a Dio e alla nostra vita dello spirito!
Far ristagnare la propria vita spirituale è sempre una battuta d'arresto o per fare pace con la minacciosa tiepidezza e mediocrità.
 
Quando il cuore si innamora veramente è disposto a tutto! Fino a dare anche la propria vita. È lo stesso con Dio. Nell'Antico Testamento, Dio è chiamato "geloso" perché chiede tutto; non si accontenta di una parte del nostro cuore. Lo vuole intero. L'uomo tende a fare calcoli nel  suo rapporto con Dio: fino a che punto mi conviene? Quale parte mi riservo? Questo tentativo di "compromessi" ci distoglie dalla rettitudine del cuore e dall'adorazione di Dio "in spirito e verità".
 
Per incoraggiarci alla santità, la Quaresima ci presenta tutto ciò che Dio ha fatto per l'uomo, dalla creazione alla redenzione. Ci dà l'esempio dell'amore traboccante di Dio per Israele, il suo popolo eletto. E, soprattutto, ci mette davanti agli occhi la figura di Cristo in croce, che dà la sua vita per noi. 
 
Di fronte a tanto amore, la Chiesa ci chiede: che fare? Qual è la misura del tuo rapporto vero con Dio? Per questo è urgente contemplare Cristo nella sua dedizione al Padre e agli uomini per accrescere in noi un simile amore, che ci tragga dalla tiepidezza, dall'accomodamento, da ciò che intendiamo per "mio progetto di vita". 
 
È molto bello avere, senza dubbio, un progetto di vita, purché non chiuda le porte al piano e al progetto di vita che Dio ha per ciascuno di noi e che spesso punta a mete più alte. Per questo è più difficile la conversione della "buona gente", ossia di chi preferisce rimanere a un livello del tiepido di vita cristiana. Ma ascoltate che cosa dice il libro dell'Apocalisse: «Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca» (Ap 3, 15-16). 
 
Che perdita di tempo la vita se, dopo aver aspirato ad essere santi, rimanessimo solo ciò che di solito chiamiamo "buona gente" o cristiani mediocri! 
 
Approfittiamo di questo ultimo scampolo di Quaresima per convertirci alla santità
A tutti l’augurio di buona santità a tutti pwer risorgere con Cristo.

 

 

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