Preghiamo per tutti i fratelli che credono in Cristo

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Siamo chiamati a celebrare con convinta adesione la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani per l'unità dei credenti in Gesù Cristo.

Ogni anno, nella solenne liturgia del Venerdì Santo, il diacono invita a pregare “per tutti i fratelli che credono in Cristo: il Signore Dio nostro conceda loro di vivere la verità che professano e li raduni e li custodisca nell’unica sua Chiesa”. E il presbitero celebrante facendosi eco dell’assemblea prega: “Dio onnipotente ed eterno, che riunisci i dispersi e li custodisci nell’unità, guarda benigno al gregge del tuo Figlio, perché coloro che sono stati consacrati da un solo Battesimo formino una sola famiglia nel vincolo dell’amore e della vera fede”.

Vale la pena di meditare su questa bella preghiera in cui spicca soprattutto il riconoscimento che l'unità del gregge di Cristo non è il risultato del nostro impegno umano, ma dell'azione di Dio. Vi sono tuttavia alcune parole chiave che attirano la nostra attenzione: credere in Cristo, vivere la verità, l'unità, la fede, il vincolo dell’amore, un solo battesimo. 

Apparentemente queste realtà sono opera degli uomini: ma non è così. Queste realtà sono il frutto della grazia divina, quando, - questo sì -  la grazia incontra la nostra disponibilità a farci lavorare per la Parola di Dio e la forza santificante dello Spirito Santo che abbiamo ricevuto nello "un solo battesimo". Di qui la necessità della preghiera insistente e comune, perseverando in quella straordinaria "sintesi" della vita della primitiva comunità cristiana che fa da filo conduttore della settimana di quest'anno. Perseverare nella dottrina apostolica, vale a dire, in ascolto della Sacra Scrittura e del Vangelo, nella comunione del’amore fraterno e anche di altri beni inclusi i materiali, nell'Eucaristia e nella preghiera personale e comunitaria. Tutto questo nel grembo della Chiesa cattolica, ma aperti a tutti quei fratelli che credono in Cristo.

1.      L’umanità e la Chiesa ferite dalle divisioni

 

Tre le varie ferite causate dalle divisioni che si riferiscono alle persone e ai popoli, la Chiesa è inviata nel mondo per “risplendere in mezzo agli uomini come segno di unità e strumento di pace” e realizzare una funzione risanatrice con la forza dello Spirito Santo. Al contempo, tuttavia, essa si scopre bisognosa di guarigione per essere segno credibile ed efficace del Vangelo di salvezza. Il dialogo, la cooperazione e soprattutto la preghiera per l’unità come risposta allo Spirito, ci indica il cammino. Questa orazione si fa esultanza per i frutti del dialogo ecumenico e i progressi al fine di giungere alla unità piena e visibile chiesa dal Signore Gesù per la Sua Chiesa. E’ nell’orazione personale e comunitaria che abbiamo modo di percepire più chiaramente le divisioni e le barriere che riguardano il mondo e la Chiesa. Proprio in riferimento a queste il Signore chi chiama ad aprirci alla conversione e a prendere coscienza del cammino che ancora è necessario compiere per giungere alla meta dell’unità e del maggior sacrificio che questa tappa esige. Il modello del nostro atteggiamento orante è l’orazione di Gesù al Padre: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”(Gv 17, 20-21). Questa supplica, davvero stimolante, ravviva la nostra speranza nel pellegrinare ecumenico poiché lo Spirito cammina con noi e ben sappiamo che “tutto è possibile presso Dio» (Mc 10, 27b).

 

2.      Pace e unità in Cristo

 

Per tutti i cristiani, Cristo Gesù ha creato una nuova umanità stabilendo la pace; ci ha riconciliati con Dio mediante il mistero pasquale di morte e risurrezione; grazie a Lui e uniti in un solo Spirito ci è stato aperto il cammino che conduce al Padre: siamo la famiglia di Dio. Questa fraternità viva nella Chiesa deve essere segno per tutta l’umanità, nella quale nessuno si sente straniero o ospite, ma concittadino dei santi e familiare di Dio (cf. Ef 2, 14-22). Nella Nuova Alleanza Cristo “è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia,  annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia” (Ef 2, 14-16). Della Croce Gesù Cristo fa il luogo della battaglia decisiva nella quale il suo corpo massacrato diventa il corpo dato per tutti, fonte e garanzia di unità. Da allora in poi regna la pace grazie all’unico amore che sulla Croce e nella Eucaristia si è trasformato in fattore di riconciliazione.

 

3.      Verso l’incontro spirituale

 

Cristo non è diviso! e l’unità della Chiesa è necessaria come segno di unità del Vangelo.

 

Le divisioni tra cristiani che ci devono far soffrire, ci impediscono di rendere testimonianza come discepoli di Cristo, in quanto sono una contraddizione con il fatto che Dio ha riconciliato in sé il mondo in Cristo. L’unità cristiana è una comunione che fonda sulla nostra appartenenza a Cristo e a Dio. Convertendoci a Cristo ci scopriremo riconciliatori per la forza dello Spirito Santo e pregando per l’unità dei cristiani, esprimeremo la nostra fiducia in Dio e ci apriremo totalmente allo Spirito. Insieme ad altre iniziative al fine di promuovere l’unità dei cristiani quali il dialogo, la testimonianza della comunione e la missione, la preghiera per l’unità è uno strumento privilegiato attraverso il quale lo Spirito Santo manifesta al mondo la nostra riconciliazione in Cristo.

 

La Chiesa fondata dal Signore Gesù, da Lui è stata destinata a tutti nella sua provvidenziale bontà. Se i credenti vogliono davvero seguire Gesù devono pregare e lavorare per l’unità dei cristiani al fine di rivelare al mondo il mistero di comunione e di amore che è la natura stessa di Dio.

 

La preghiera per l’unità è la fonte da cui sgorga ogni sforzo umano destinato a giungere alla meta dell’unità piena e visibile superando i non pochi ostacoli che ancora dividono i cristiani e le loro Chiese.

 

Fedeli alla volontà del Signore e perseveranti nella preghiera, procediamo nella promozione dell’unità piena e visibile della indivisa Chiesa di Cristo Signore, il quale “portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti” (1Pt 2, 24).

 

Chiediamo al Padre che - come ha detto l’amato papa Benedetto - giunga presto il giorno della piena unità tra i cristiani e di una serena convivenza interreligiosa animata da rispettosa reciprocità.