Ottavario dei defunti
«Nell’attesa che si compia la beata speranza»

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conclusione del nostro Ottavario dei Defunti, durante il quale abbiamo fatto ricordo festoso dei fratelli e delle sorelle che già vivono nel segno della fede e dormono il sonno della pace e siamo stati esortati a pregare per tutti i defunti, sembra opportuno guardare al momento incui si compirà la beata speranza nella vita eterna.
 
Nel documento Lumen gentium del Concilio Vaticano II al numero 50 si legge: «La Chiesa di coloro che camminano sulla terra, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana coltivò con grande pietà la memoria dei defunti e, «poiché santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati» (2Mac 12,46)
 
È bello visitare il cimitero per ricordare i parenti, gli amici e tutti coloro che hanno contribuito a fare la nostra storia. La Buona Novella di Gesù, anche di fronte alla morte, ci porta alla speranza: «Io sono la risurrezione e la vita: chi crede in me, anche se è morto, vivrà» (Gv 11,25), ci ripete Gesù. Perché, come afferma San Paolo, «se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi» (Rm 8,11 ). Nel frattempo, attendiamo «che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo».
 
È cosa buona, quindi, visitare il cimitero, mentre la fede illumina il dolore e il sentimento non soffoca la speranza. La stessa parola "cimitero", che deriva dal greco, ci apre una porta, perché "cimitero" significa "dormitorio". È dal dormitorio che ci si sveglia riposati e si affronta un nuovo giorno. 
Tutte le città hanno un cimitero. Anche i piccoli paesi che potrebbero non avere una scuola, il municipio o i negozi, ma ogni villaggio ha il suo cimitero. 
 
Non c'è dubbio che il pensiero della morte comunichi saggezza. Infatti, la realtà della morte è una buona opportunità per ripensare al significato della vita. In effetti, è quando parliamo della morte che intendiamo davvero il senso della vita. La fede cristiana è impegnata per promuovere il futuro di questa vita. La Chiesa, infatti, nel Credo apostolico, proclama la propria fede nella “risurrezione della carne e nella vita eterna”. La persona permane in eterno, così come l'identità di Cristo risorto permane con quella di Cristo crocifisso. 
 
Se siamo convinti che saremo eternamente ciò che siamo stati, vale la pena considerare che nel tempo della nostra vita temporale si gioca la nostra vita eterna, poiché con la nostra esistenza temporale, il tempo del pellegrinaggio umano, o dell'homo viator, è un tempo che avrà fine. 
 
Da questa concezione, la morte non è un'assurdità, e la terra sacra dei nostri cimiteri dà forza a quella fede che abbassa le montagne, riempie le valli e spiana la via della vita.
 

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