Orientamenti per un buon lettore o proclamatore della Parola di Dio

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La Costituzione sulla Liturgia del Concilio Vaticano II Sacrosanctum Concilium sottolinea con parole solenni le motivazioni che stanno alla base della Liturgia della Parola. Vi si legge: "Cristo è presente nella sua Parola, in quanto è Lui che parla quando nella Chiesa si proclama la Sacra Scrittura".
Come raggiungere questo scopo in modo pieno?
Per prima cosa occorre avere dei Lettori che abbiano una minima preparazione, un po’ di consapevolezza del servizio liturgico che compiono: insomma che non sia persone improvvisate!
Le Premesse al Messale romano, al n. 66 parlano del lettore e auspicano che egli «sia veramente idoneo e seriamente preparato». E le Premesse al Lezionario aggiungono: «questa preparazione deve essere soprattutto spirituale; ma è anche necessaria quella propriamente tecnica. La preparazione spirituale suppone almeno una duplice formazione: quella biblica e quella liturgica. La formazione biblica deve portare i lettori a saper inquadrare le letture nel loro contesto e a cogliere il centro dell’annuncio rivelato alla luce della fede. La formazione liturgica deve comunicare ai lettori una certa facilità nel percepire il senso e la struttura della liturgia della Parola e le motivazioni del nesso fra la liturgia della Parola e la liturgia eucaristica. La preparazione tecnica deve rendere i lettori sempre più esperti nell’arte di leggere in pubblico, sia a voce libera, sia con l’ausilio dei moderni strumenti di amplificazione» (cf. Ordinamento delle Letture della Messa n 55).

E il Santo Padre Francesco nella Lettera Apostolica Aperuit illis con la quale ha istituito la Domenica della Prola di Dio, scrive - al riguardo: "È fondamentale, infatti, che non venga meno ogni sforzo perché si preparino alcuni fedeli ad essere veri annunciatori della Parola con una preparazione adeguata, così come avviene in maniera ormai usuale per gli accoliti o i ministri straordinari della Comunione"

Il Lezionario è lo strumento del lettore. Nel Lezionario si trovano selezione e ordinamento delle letture bibliche utilizzate nell'azione liturgica. Il Lezionario è segno-presenza del Signore nella comunità. È l'icona della divina Parola in quanto in esso è materialmente contenuta la Parola di Dio scritta. Il Lezionario, come tutti i libri liturgici della riforma, si apre con i Praenotanda: essi costituiscono una sintetica esposizione e un'organica trattazione dei principi teologici per la celebrazione liturgica della Parola di Dio. Assai opportuno anche il Proemio nel quale si pongono i fondamenti teologici, liturgici e celebrativi circa la proclamazione della Parola di Dio nella Messa. Sembra perfino troppo ovvio dire che il Lettore deve conoscere bene sia i Praenotanda sia il Proemio. Sono, infatti, gli orientamenti di buon cammino per il servizio alla Parola.  
 
Per questo: 
 
1.    Occorre avere piena consapevolezza che la Parola di Dio non va letta ma proclamata.
 
2.    Il lettore dovrebbe, allora convenire che quando proclama la Parola di Dio non è come se stesse leggendo la Sacra Scrittura per proprio conto.
 
3.    L'ufficio del lettore non consiste solo nel leggere ad alta voce, ma significa e richiede che uno si impegni con tutte le forze a capire un testo; che metta a disposizione la propria voce come uno strumento; che si metta al servizio della parola di Dio.
 
4.    E’ vero: non è facile leggere la bibbia agli altri!
Per potere esercitare efficacemente il ministero di lettore, è opportuno preparare con un certo anticipo le letture della domenica.
Non trascuri l’uso tecnico e la dimestichezza con il microfono.   
 
5.    E’ bene preparare la lettura sul Lezionario anche perché la disposizione grafica del Sacro Testo è stata adottata in funzione della lettura in pubblico (gli spazi e gli a capo corrispondono a delle pause da rispettare).
 
6.    Il lettore dovrebbe leggere diverse volte il testo ad alta voce.
Vi sono nella Sacra Scrittura parola che presentano una vera difficoltà di pronuncia!
 
7.    Le frasi di un testo hanno un ritmo che il lettore deve saper rendere.
Chi ascolta ha bisogno di tempo per poter organizzare i suoni che sente in una frase dotata di senso. E questo dipende dalle pause e anche dalla velocità con cui si parla. La velocità, in particolare, dovrebbe essere decisamente più lenta che nella comune conversazione.
 
8.    Anche l'intonazione deve essere sobria quanto alle variazioni, ma molto sostenuta ed interiore.
Non si deve mai leggere in modo piatto (come se non ci interessasse ciò che leggiamo): non dobbiamo dimenticare che la Parola che leggiamo è di Dio, non nostra.
 
9.    Il Lettore non deve recarsi all’ambone mentre si sta dicendo o cantando qualcosa per non arrecare disturbo al momento liturgico. Non si rechino più Lettori all’ambone, ma uno alla volta. Con un po’ di sincronismo muovano per trovarsi insieme davanti all’altare e fare un inchino profondo alla Croce prima di raggiungere il proprio sito.
 
10.    Il Lettore avrà una posizione eretta, non rigida, ma neppure trasandata. Porrà le mani ai bordi dell’ambone in basso verso il proprio corpo.
Non dirà mai: "Prima lettura", "Salmo responsoriale",  “Seconda lettura", ma inizierà subito con l'annuncio della lettura.
Alla fine di ogni lettura il Lettore, guardano l’Assemblea, dirà solamente ciò che è previsto dal Lezionario: "Parola di Dio".  Il verbo: “E’ Parola di Dio”, oltre che essere un illecito liturgico, sminuisce la “Parola Dio”! Il Lettore, prima di allontanarsi dall’ambone, attenderà la risposta della stessa Assemblea!
 
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