Omelia nel Corpus Domini
«Ave, verum Corpus, natum de Maria Virgine»

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 Dal Vangelo secondo Giovanni 6,51-58


In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». 

 

Alla ripresa della seconda, lunga parte del Tempo Ordinario la Chiesa fissa l'attenzione sull'aspetto centrale della fede e della vita cristiana: il sacramento dell'Eucaristia.
Celebriamo la solennità del Corpo e del Sangue di Cristo, giorno in cui adoriamo in maniera speciale la presenza reale del Signore nell'eucaristia.

È giorno di ringraziamento per il dono del Corpo e del Sangue di Gesù messo a nostra disposizione ogni qualvolta celebriamo la Santa Messa.
E siamo invitati a riflettere sul mistero eucaristico fonte e culmine dell'esperienza della Chiesa.


Nel Medio Evo un vasto movimento di devozione popolare aveva preceduto l'istituzione della festa del Corpus Domini.
Fu così che Papa Urbano IV nel 1264 istituì ufficialmente la festa che in realtà è riproposta del giovedì santo.
Nell'intenzione del Papa vi era lo scopo di rinnovare la fede del popolo cristiano nell'Eucaristia, arricchendone la comprensione teologica.

 

L'Eucaristia è il memoriale del dono che Gesù Cristo fa della sua vita per il mondo. È il prolungamento sacramentale della incarnazione e della presenza viva e reale del Risorto. Nel dono dell'Eucaristia Cristo si fa pane per alimentare tutta la nostra vita e offre il suo sangue versato per la redenzione di tutti e di ognuno in particolare.

Nel momento in cui rendiamo omaggio al Santissimo Sacramento è doveroso restituire alla memoria la pienezza dei sentimenti e dei significati che riguardano il mistero eucaristico. Nella sua celebrazione noi annunciamo la morte di Cristo, proclamiamo la sua risurrezione ed esprimiamo la nostra volontà di vivere in attesa della sua venuta nella gloria.

La festa del Corpus Domini invita, altresì, a comprendere la relazione tra l'Eucaristia e la Chiesa: la Chiesa nasce dall'Eucaristia e nell'Eucaristia.

 

La pericope evangelica odierna fa seguito alla moltiplicazione dei pani e Gesù volle illustrare il significato profondo della Cena del Signore per le comunità cristiane.

Vi si possono evidenziare le seguenti articolazioni:

    per mezzo del Figlio dell’uomo il Padre dà il vero pane dal cielo, nel quale si concretizza in modo simbolico la salvezza promessa dai profeti (vv. 25-29);

   in seguito alla domanda posta dai presenti, Gesù affermò che questo pane non è qualcosa di separato da lui, ma che si identifica con la sua stessa persona (vv. 32-35);

     egli infatti è stato mandato dal Padre a portare la vita a ci crede in lui (vv. 36-40).

    Gesù sottolineò che per mezzo di lui si attua l’attesa di un ammaestramento conferito direttamente da Dio (vv. 41-47);

    sullo sfondo dell’episodio biblico della manna, Gesù si presentò nuovamente come il pane della vita (vv. 48-50).

 

Nel dialogo con i capi religiosi di Israele all’interno della sinagoga di Cafarnao Gesù presentò se stesso così: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno».

E di fronte allo sconcerto dei suoi interlocutori, Gesù ribadì l’affermazione e lo fece in tono particolarmente solenne. «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita».

Parlando a persone che conoscevano bene la storia del proprio popolo Gesù ha confrontato il dono di sé con un altro dono divino: «Colui che mangia me, vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono».

Il riferimento è alla manna di cui si nutrirono nel deserto gli ebrei fuggiti dalla schiavitù dell'Egitto: un provvidenziale intervento di Dio, ma un cibo materiale, destinato semplicemente alla sopravvivenza del corpo. Gesù ne fece un segno premonitore di quanto egli avrebbe poi istituito.

 

Il Maestro invita ad accostarci al pane della vita, alla sua persona, al suo messaggio, al suo infinito amore, alla sua energia che sazia e dà la forza per camminare spediti verso l'eternità. Gesù invita a mangiare sempre questo pane. È un pane senza il quale la vita di grazia si estingue in noi e non moriamo affamati di Dio. L'Eucaristia è la "carne" cioè la persona di Gesù sacrificata per la vita degli uomini.

 

L'eucaristia è sacramento, segno e realtà dell'alleanza definitiva, nuova e eterna di Dio con il suo nuovo popolo, stabilita nel sangue del suo figlio amato, Gesù Cristo. Nell'eucaristia si trasforma la materia, si trasfigura l'universo, si divinizza l'umanità, si rende a Dio la sua gloria, alla creazione la sua bontà, alla storia il suo significato trascendente, all'essere umano la sua primitiva bellezza.

 

─  L’Eucaristia è il sacramento che rinnova e accresce l’unione profonda con Cristo maturata nel Battesimo e alimenta la comunione con la Trinità;

─  È pegno d’immortalità: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.

─  È nutrimento che ci rende capaci di vivere d’amore e di compiere le opere di bene delle quali il Maestro ci ha dato testimonianza.

─  È presenza costante e silenziosa, garanzia che non siamo mai soli, occasione per ravvivare il nostro personale rapporto di amicizia e di amore.

 

Nell'eucaristia si eleva il ringraziamento costante di tutta l'umanità a Dio per mezzo del suo Figlio per la creazione, per la redenzione, per l'effusione dello Spirito Santo. L'amore di Dio, manifestato nel suo figlio unigenito, Gesù Cristo, è stato capace di instaurare l'azione con la quale ci accompagna tutti i giorni fino alla fine del mondo in modo del tutto discreto: la frazione del pane, il memoriale del sacrificio della croce.

 

Cari Amici

Il Corpus Domini è la festa dell’Eucaristia che il Signore Gesù ha istituito nell’Ultima Cena e che costituisce il tesoro più prezioso della Chiesa. L’Eucaristia è come il cuore pulsante che dà vita a tutto il corpo mistico della Chiesa: un organismo sociale tutto basato sul legame spirituale ma concreto con Cristo. La festa del Corpo e Sangue di Cristo non può restare indifferente al cristiano.

 

La celebrazione dell'Eucaristia ci colloca al crocevia di tempo.

─  Il passato non può essere dimenticato. I segni del pane e del vino rendono presente la consegna di Gesù per la nostra salvezza. Nell’Eucaristia celebriamo il memoriale della pasqua di Cristo. Per quanto celebrazione gioiosa, l'Eucaristia rende presente il senso della vita e della morte e ripropone in maniera incruenta il sacrifico redentore della Croce.

─  Il presente coinvolge tutti coloro che si accostano all'altare per adorare il corpo sacramentale di Gesù Cristo vere, realiter, substantialiter. E al contempo ci viene chiesto l’impegno a mantenerci uniti nel Corpo sociale di Cristo che è la Chiesa. E a scoprirlo presente in tutti i fratelli.

─  Il futuro orienta alla manifestazione gloriosa di Gesù Cristo. L'Eucaristia ci porta a preparare la pienezza del suo regno. Rivela il valore relativo di ciò che costruiamo e apre davanti ai nostri occhi un orizzonte definitivo e ultimo, perché possiamo dare a tutti i nostri fratelli ragioni per ben vivere motivi e ragioni per sperare.

 

La consegna di Cristo nell'eucaristia e la sua presenza reale ci trasforma in ospiti e casa del Signore; inoltre ci rende invitati al banchetto dell’Agnello.

Nell'eucaristia è offerta la possibilità di relazionarci con Gesù Cristo, il figlio unico di Dio, nato da donna. Lo stesso che ha patito, che è morto, che è risorto, che regna glorioso, incoraggiando i suoi discepoli nel nuovo cammino di Emmaus.

Contemplando il mistero dell'eucaristia si riceve lo stimolo per vivere alla maniera del Signore in donazione totale e discreta in favore dei fratelli e di amorosa relazione con Dio. La presenza di Cristo nell'eucaristia consente il ristoro nel cammino, la sosta nella giornata, la conversazione amica, lo sfogo dell'anima, l'esercizio di comunione, l'intuizione missionaria.

La presenza eucaristica è una scuola permanente di dedizione silenziosa, in modo di amare gratuito e costante, senza imposizioni, senza evasione.

 

La festa del Corpo e del Sangue di Cristo ci invita a rinnovare la nostra fede nella presenza del Signore in mezzo al suo popolo. Nell’Eucaristia, pane consacrato c’è una presenza particolarmente forte e reale. La chiesa afferma la presenza “in corpo, sangue, anima e divinità di nostro Signore Gesù Cristo”.

La presenza del Signore nel pane eucaristico è oggi piuttosto trascurata dalla maggior parte dei fedeli. È pur vero che il Signore è presente accanto a noi accompagna la nostra esistenza in diversi modi:

─  è presente nella Parola,

─  è presente quando preghiamo,

─  è presente nell’uomo che incontriamo,

─  è presente nella comunità dei fedeli.

 

Ma ha voluto essere presente in modo del tutto speciale e significativo nell’Eucaristia. Ogni settimana nella celebrazione della Santa Messa il Signore viene a noi per guarirci e per indicarci la strada della vita. Questa è la nostra sfida settimanale!


Ma anche il pane eucaristico, conservato nel tabernacolo è presenza del Signore morto, risorto e vivo in mezzo a noi. È il vero corpo del Signore nato da Maria vergine. Il culto eucaristico, infatti, non si esaurisce nella Messa e nella Comunione; Gesù sotto le specie eucaristiche continua ad essere presente nel Tabernacolo. Questo aspetto va assolutamente rivalutato.

È un bellissimo gesto quello di entrare in chiesa, ogni volta che vi passiamo davanti per adorare Gesù presente nel tabernacolo. Tale visita al Santissimo Sacramento è prova di gratitudine, segno d’amore e debito di riconoscenza a Cristo Signore là presente.

 

Celebrare e adorare l'eucaristia è accettare un appuntamento con il cielo, accorrere al luogo dell'incontro più desiderato, ricevere la dichiarazione d'amore più intensa, sperimentare la vicinanza più intima del mistero di Dio.

 

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Nella ricorrenza del Corpus Domini  la liturgia propone  ─ tra gli altri ─ il canto dell’Ave Verum.
 

«Ave, verum Corpus, natum de Maria Virgine

vere passum, immolatum in cruce pro homine,

cuius latus perforatum unda fluxit et sanguine,

esto nobis praegustatum in mortis examine».

 

Il grande genio di Mozart, mettendola in musica, ha immortalato questa preghiera di un anonimo del XIV secolo che concentra con impressionante semplicità i temi della solennità di oggi:

l’incarnazione del Figlio di Dio e la nascita da Maria Vergine,

la sua radicale dedizione fino alla morte di croce a favore di ogni uomo,

il suo permanere nel tempo nel sacrificio eucaristico come viatico alla vita eterna.

L’intento pedagogico della Chiesa è quello di immergere Cristo Gesù nel cuore del mondo per fargli sentire da vicino l'urgenza della sua rinnovata presenza tra noi. Consentiamo a Gesù di percorrere nuovamente le strade dove vivono, lavorano e soffrono i suoi discepoli. Permettiamo che il Maestro attraversi i vicoli delle nostre quotidianità e che apra in noi nuovi sentieri di speranza.

 

Signore, Dio vivente,

guarda il tuo popolo radunato intorno a questo altare,

per offrirti il sacrificio della nuova alleanza;

purifica i nostri cuori,

perché alla cena dell’Agnello

possiamo pregustare la Pasqua eterna

della Gerusalemme del cielo.

 

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