Non mandiamo in vacanze anche la fede!

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Luglio e agosto sono, per antonomasia, mesi di vacanza. Una volta la gente abbiente partiva per la “villeggiatura”. Poi sempre più singoli e famiglie hanno conosciuto la serenità di un periodo di distensione e di ferie. Ci si accontentava di poco in quegli anni del boom economico; della 600, del mare di Rimini o delle Riviere liguri. Poi è stato il tempo delle vacanze nei mari esotici, lontani; e più lontano andavi più la lontananza diventava uno status simbol!
 
Ora i tempi sono difficili. Molta gente è fortemente preoccupata.
Cosicché strappare una settimana al già magro bilancio familiare, diventa impresa ardua per la famiglia media del nostro paese. Eppure quando il caldo si fa soffocante penso con tenerezza a chi deve restare a casa. Penso ai bambini, agli anziani; a chi ha lavorato sodo per 11 mesi...
 
Ma penso anche al come chi può permetterselo e chi no trascorrerà a casa o lontano da essa qualche giorno di vacanza, di villeggiatura, di ferie o che dir si voglia! L’ha ricordato papa Francesco: “Non dimentico quanti non possono beneficiare di un tempo di riposo e di vacanza: penso ai malati negli ospedali e nelle case di cura, ai carcerati, agli anziani, alle persone sole e a coloro che trascorrono l’estate nel caldo delle città. A ciascuno assicuro la mia affettuosa vicinanza e un ricordo nella preghiera”.
                                                          
Questa riflessione la dedico alla dimensione dello spirito.
Nei nostri paesi, in città, le chiese poco frequentate durante il corso dell’anno, sono ora pressoché deserte.
La messa feriale poi è un ... pianto!
Probabilmente l’idea della vacanza, trascina con se anche la vacanza dalla fede.
Ma il Signore non va in ferie!
La vita di fede non consoce villeggiatura.

Anzi; sono uno dei sostenitori che proprio durante la villeggiatura o la vacanza dovrebbe essere più facile dedicarsi allo spirito e allo spirituale.
 
C’è più tempo: meno fretta; meno urgenze. Mi illudo quindi, che i miei fratelli e sorelle possano prendere in mano il Vangelo, o il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica per confrontare la propria fede con la fede della Chiesa, in un mondo e in una cultura del relativismo che induce sempre più uomini e donne a una ”religione fai da te”!
 
Mi illudo che durante le ferie si possa in modo migliore alimentare lo spirito, a cui spesso - e  spesso senza colpa – è complesso dedicare attenzione nel corso di un anno lavorativo.
Credo che le vacanze possano essere un’occasione per rinnovarsi e fare nuove esperienze spirituali, accorgendosi dei poveri che, anche nei luoghi di turismo, ci ricordano il volto di Cristo.
Essere cristiani in vacanza è una prova di maturità.
Richiede talora di andare controcorrente perché, forse, gli amici con cui condividiamo svago e riposo, non la pensano come noi.
 
Ecco perché mi illudo che molti uomini e donne in vacanza si abbandonino all’amore di Dio. Lui continua ad amare! Non trascura un attimo della mia vita; non mi perde di vista un momento; non si concede mai un riposo, né tanto meno una vacanza per starmi sempre affianco.
 
Il Figlio di Dio, Gesù di Nazareth conosce bene l’uomo: i suoi entusiasmi come pure i suoi abbattimenti. Egli «[...] ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato ». (GS 22)
Da uomo, ha conosciuto anche Lui il caldo e il freddo, la sete, la fame e la sazietà, la stanchezza ed il riposo, la veglia ed il sonno, la letizia e la tristezza e molte altre cose; sa tutto di me e per non deludere le mie attese, non smette di seguirmi.
 
Non essere in ferie almeno con il cuore!
Pensa a quante volte Lui ha pensato a te, ed anche per pensare a te, non è andato in ferie.
Davvero: nel periodo delle vacanze, “non si può fare a meno di essere cristiani”.
Il Vangelo è sempre Vangelo, ovunque ci si trovi: a scuola, al lavoro, su una spiaggia o a Parigi.
Chi sceglie Cristo lo sceglie 365 giorni l’anno.
 
La fede non va in ferie!
Continuare ad essere cristiani in vacanza è una prova di maturità perché ci chiede di testimoniare con coerenza ciò che crediamo e cerchiamo di vivere. E la coerenza è un valore che non passa inosservato.  
 

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