La preghiera del Rosario
nel pensiero dei Sommi Pontefici

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Tutti i Sommi Pontefici hanno affidato alla pietà cristiana del popolo fedele la recita del Santo Rosario raccomandandone la recita soprattutto nel mese di maggio e di ottobre. Il Santo Rosario è un mezzo donato dalla Vergine per contemplare Gesù e, meditandone la vita, amarlo e seguirlo sempre più fedelmente. 
Strumento tradizionale per la recita del Rosario è la corona, a prima vista un semplice strumento di conteggio delle preghiere. Non è però difficile scorgere alcuni simboli spirituali: la corona converge verso il Crocifisso, inizio e termine della preghiera, ma anche centro della vita cristiana.
Lo scorrere dei grani della corona scandisce la preghiera, ma allude anche allo scorrere della vita, al cammino spirituale del cristiano; la corona assomiglia ad una catena e può essere vista come il simbolo di un forte legame spirituale, di un vincolo che unisce il cristiano alla Madonna e a Cristo.
Orientino alla recita del Santo Rosario alcuni pensieri degli ultimi Sommi Pontefici.
 
 
  
1.   "Il Rosario è, da sempre, preghiera della famiglia e per la famiglia. Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane, e certamente ne favoriva la comunione. Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera. " (Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae
 
2.  La famiglia, cellula della società, è sempre più insidiata da forze disgregatrici a livello ideologico e pratico, che fanno temere per il futuro di questa fondamentale e irrinunciabile istituzione e, con essa, per le sorti dell'intera società. Il rilancio del Rosario nelle famiglie cristiane si propone come aiuto efficace per arginare gli effetti devastanti di questa crisi epocale. (Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae)
 
3. La famiglia che prega unita, resta unita. Il Santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente ad essere preghiera in cui la famiglia si ritrova. I singoli membri di essa, proprio gettando lo sguardo su Gesù, recuperano anche la capacità di guardarsi sempre nuovamente negli occhi, per comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con un patto di amore rinnovato dallo Spirito di Dio. (Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae)
 
4.   Molti problemi delle famiglie contemporanee, specie nelle società economicamente evolute, dipendono dal fatto che diventa sempre più difficile comunicare. Non si riesce a stare insieme, e magari i rari momenti dello stare insieme sono assorbiti dalle immagini di un televisore. Riprendere a recitare il Rosario in famiglia significa immettere nella vita quotidiana ben altre immagini, quelle del mistero che salva: l'immagine del Redentore, l'immagine della sua Madre Santissima. La famiglia che recita insieme il Rosario riproduce un po' il clima della casa di Nazareth: si pone Gesù al centro, si condividono con lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da lui la speranza e la forza per il cammino. (Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae)
 
5.    Noi desideriamo che in seno alla famiglia sia dappertutto diffusa la consuetudine del santo rosario, religiosamente custodita e sempre più sviluppata. Invano, infatti, si cerca di portare rimedio alle sorti vacillanti della vita civile, se la società domestica, principio e fondamento dell'umano consorzio non sarà diligentemente ricondotta alle norme dell'evangelo. A svolgere un compito così arduo, Noi affermiamo che la recita del santo rosario in famiglia è mezzo quanto mai efficace. (Pio XII, Ingruentium Malorum)
 
6.   Quale spettacolo soave e a Dio sommamente gradito, quando, sul far della sera, la casa cristiana risuona al frequente ripetersi delle lodi in onore dell'augusta Regina del Cielo! Allora il rosario recitato in comune aduna davanti all'immagine della Vergine, con una mirabile unione di cuori, i genitori e i figli, che ritornano dal lavoro del giorno; li congiunge piamente con gli assenti, coi trapassati; tutti infine li stringe, più strettamente, con un dolcissimo vincolo di amore, alla Vergine santissima, che, come madre amorosissima, verrà in mezzo allo stuolo dei suoi figli, facendo discendere su di essi con abbondanza i doni della concordia e della pace familiare. Allora la casa della famiglia cristiana, fatta simile a quella di Nazaret, diventerà una terrestre dimora di santità e quasi un tempio, dove il rosario mariano non solo sarà la preghiera particolare che ogni giorno sale al cielo in odore di soavità, ma costituirà altresì una scuola efficacissima di virtuosa vita cristiana. (Pio XII, Ingruentium Malorum)
 
7.    Preghiera evangelica, incentrata nel mistero dell'Incarnazione redentrice, il Rosario è, dunque, preghiera di orientamento nettamente cristologico. Infatti, il suo elemento caratteristico – la ripetizione litanica del Rallegrati, Maria – diviene anch'esso lode incessante a Cristo, termine ultimo dell'annuncio dell'Angelo e del saluto della madre del Battista: Benedetto il frutto del tuo seno (Lc 1,42). Diremo di più: la ripetizione dell'Ave, Maria costituisce l'ordito, sul quale si sviluppa la contemplazione dei misteri: il Gesù che ogni Ave, Maria richiama, è quello stesso che la successione dei misteri ci propone, di volta in volta, Figlio di Dio e della Vergine, nato in una grotta di Betlemme; presentato dalla madre al tempio; giovinetto pieno di zelo per le cose del Padre suo; Redentore agonizzante nell'orto; flagellato e coronato di spine; carico della croce e morente sul Calvario; risorto da morte e asceso alla gloria del Padre, per effondere il dono dello Spirito.(Paolo VI, Marialis cultus)
 
8.  Accanto al valore dell'elemento della lode e dell'implorazione, [vi è] l'importanza di un altro elemento essenziale del Rosario: la contemplazione. Senza di essa il Rosario è corpo senza anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule ... Per sua natura la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano all'orante la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il cuore di colei che al Signore fu più vicina, e ne dischiudano le insondabili ricchezze. (Paolo VI, Marialis cultus)
 
9.    Gli elementi del santo Rosario (la contemplazione dei misteri, il Pater, l’Ave, il Gloria), ognuno di essi ha la sua indole propria che, saggiamente compresa e valutata, deve riflettersi nella recita, perché il Rosario possa esprimere tutta la sua ricchezza e varietà. Detta recita, pertanto, diventerà grave e implorante nell'orazione del Signore; lirica e laudativa nel calmo fluire delle Ave, Maria; contemplativa nell'attenta riflessione intorno ai misteri; adorante nella dossologia. E ciò deve avvenire nelle varie forme, in cui si è soliti recitare il Rosario: o privatamente, quando l'orante si raccoglie nell'intimità con il suo Signore; o comunitariamente, in famiglia o tra fedeli riuniti in gruppo, per creare le condizioni di una particolare presenza del Signore (cfr Mt 18,20); o pubblicamente, cioè in assemblee nelle quali è convocata la comunità ecclesiale. (Paolo VI, Marialis cultus)
 
10. Vogliamo ... raccomandare vivamente la recita del Rosario in famiglia. Il Concilio Vaticano II ha messo in luce come la famiglia, cellula prima e vitale della società, grazie all'amore scambievole dei suoi membri e alla preghiera a Dio elevata in comune, si riveli come il santuario domestico della Chiesa. La famiglia cristiana, quindi, si presenta come una Chiesa domestica, se i suoi membri, .... innalzano in comune supplici preghiere a Dio: che, se non ci fosse questo elemento, le verrebbe a mancare il carattere stesso di famiglia cristiana. Perciò, al recupero della nozione teologica della famiglia come Chiesa domestica, deve coerentemente seguire un concreto sforzo per instaurare nella vita familiare la preghiera in comune. (Paolo VI, Marialis cultus)
 
11. Il Rosario è preghiera contemplativa accessibile a tutti: grandi e piccoli, laici e chierici, colti e poco istruiti. E’ vincolo spirituale con Maria per rimanere uniti a Gesù, per conformarsi a Lui, assimilarne i sentimenti e comportarsi come Lui si è comportato. Il Rosario è “arma” spirituale nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo. (Benedetto XVI, Omelia a Pompei)
 
12. Il Santo Rosario, questa popolare preghiera mariana è un mezzo spirituale prezioso per crescere nell’intimità con Gesù, e per imparare, alla scuola della Vergine Santa, a compiere sempre la divina volontà. E’ contemplazione dei misteri di Cristo in spirituale unione con Maria. (Benedetto XVI, Meditazione alla recita del Rosario a Pompei).
 
13. Occorre fare esperienza in prima persona della bellezza e della profondità della preghiera del Rosario: preghiera, semplice ed accessibile a tutti. E’ necessario anzitutto lasciarsi condurre per mano dalla Vergine Maria a contemplare il volto di Cristo: volto gioioso, luminoso, doloroso e glorioso. Chi, come Maria e insieme con Lei, custodisce e medita assiduamente i misteri di Gesù, assimila sempre più i suoi sentimenti e si conforma a Lui. (Benedetto XVI, Meditazione alla recita del Rosario a Pompei).
 
14. Il Rosario è scuola di contemplazione e di silenzio. A prima vista, potrebbe sembrare una preghiera che accumula parole, difficilmente quindi conciliabile con il silenzio che viene giustamente raccomandato per la meditazione e la contemplazione. In realtà, questa cadenzata ripetizione dell’Ave Maria non turba il silenzio interiore, anzi, lo richiede e lo alimenta... recitando le Ave Maria occorre fare attenzione a che le nostre voci non “coprano” quella di Dio, il quale parla sempre attraverso il silenzio, come “il sussurro di una brezza leggera” (1 Re 19,12). Quanto è importante allora curare questo silenzio pieno di Dio sia nella recita personale che in quella comunitaria! Anche quando viene pregato da grandi assemblee, è necessario che si percepisca il Rosario come preghiera contemplativa, e questo non può avvenire se manca un clima di silenzio interiore. (Benedetto XVI, Meditazione alla recita del Rosario a Pompei).
 
15. Il Rosario, per essere preghiera contemplativa, deve sempre emergere dal silenzio del cuore come risposta alla Parola, sul modello della preghiera di Maria. A ben vedere, il Rosario è tutto intessuto di elementi tratti dalla Scrittura ... Così il pensiero di chi prega resta sempre ancorato alla Scrittura e ai misteri che in essa vengono presentati. (Benedetto XVI, Meditazione alla recita del Rosario a Pompei).
 
16. “Quando durante la giornata recito il Rosario e la sera faccio l’esame di coscienza avverto un senso di allegria pensando che in quel giorno sono riuscito a offrire quella preghiera alla Madonna. Se mi accorgo di averla dimenticata ho un moto di tristezza e, se non è troppo tardi, la recito a bassa voce. Mi piace recitare il Rosario pensando di avere accanto mia madre Maria e più passano gli anni più mi piace dirlo lentamente gustando le parole. Ringrazio chi mi ha trasmesso questa devozione che sa di antico ma è attualissima oggi quando non si sa dove abbiamo messo il cuore”. (Papa Francesco, Angelus 17 novembre 2013)
 
17“Il Rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei Santi… È la preghiera del mio cuore”. (Papa Francesco)


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