La Grande Settimana dell’Anno liturgico

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Per tutta la Settimana Santa, la Grande Settimana dell’Anno liturgico, commemoreremo la passione e la morte del Signore. Le celebrazioni saranno sobrie e, allo stesso tempo, ricche di gesti e simboli, alcuni dei quali non si ripetono durante l'anno, come la prostrazione silenziosa del celebrante all'inizio della celebrazione del Venerdì Santo e il rito di adorazione del Croce, in cui siamo invitati a guardare l'albero dove è morto il Salvatore del mondo.
 
Quando in questi giorni ricorderemo il Crocifisso, due sentimenti ci invaderanno:
-   lo stupore nel vedere quanto sia stato sfigurato dalle torture che ha ricevuto per mano di tutta l'umanità; 
-  l’ammirazione per come abbia accettato quella sofferenza, prendendo su di sé i nostri dolori e morendo per le nostre colpe; il tutto senza reagire con violenza o avere perfidia sulle labbra.
 
Perché il mondo è in soggezione davanti alla Croce di Cristo? 
Il Concilio Vaticano II ricorda che l'essere umano è capace del meglio e del peggio. Nella Croce di Gesù Cristo si scopre la cosa peggiore che possa uscire dal cuore dell'uomo. Lo ascolteremo nei racconti della passione che in questi giorni sarà proclamata e proposta alla nostra meditazione: gli interrogatori dei sommi sacerdoti, il processo della Procura romana, le torture ... Tutto ci porterà a domandarci come sia possibile che le persone possano essere arrivate a tanta crudeltà? Quando pensiamo a ciò di cui siamo capaci, non possiamo fare a meno di essere sopraffatti.
 
Perché il mondo si meraviglia quando contempla il Crocifisso? 
Perché in Lui risplende il meglio che è nel cuore dell'uomo. Infatti, nella passione secondo Giovanni, che sarà proclamata il Venerdì Santo, ascolteremo come Pilato abbia presentato Gesù al popolo dicendo: "ecco l'uomo". Senza saperlo, Pilato ha detto una grande verità: Gesù è l'uomo perfetto; l'uomo in cui non c'è il male; l'uomo che sa solo fare il bene; l'uomo che è rimasto fedele a Dio. 
 
Perché siamo sopraffatti quando contempliamo il Crocifisso? 
Perché la croce, il più atroce dei supplizi inflitti dai romani, mostra ciò che noi uomini siamo capaci di fare. E siamo ancor più stupiti perché quel condannato ha risposto all'ingiustizia della sua condanna senza alcuna violenza e, per di più, perdonando. 
La sua risposta al male fu quella di continuare a fare il bene e soprattutto ad amare con  un amore senza misura
 
La Lettera agli Ebrei insegna che Gesù, con la sua passione "divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono” (Eb 5,9)
Sangue e acqua sgorgano dal suo costato squarciato dalla lancia del soldato romano a simboleggiare tutte le benedizioni che ci giungono attraverso la sua morte. 
 
Ecco perché la liturgia di questi giorni è tutto un invito alla preghiera, affinché la grazia della Redenzione che nasce dal costato aperto del Salvatore raggiunga tutta l'umanità. 

Possano questi giorni essere un'opportunità per tutti di incontrare di nuovo il Signore.

Per questo motivo, questa settimana santa "non potrà essere una settimana come tutte le altre!"
Non possiamo vivere in un'indolente indifferenza quando si tratta di Dio e delle cose di Dio. 
Viviamo la Settimana Santa con intensità spirituale. Partecipiamo a tutti gli atti liturgici. 
Viviamo fino in fondo: 
conversione, confessione, cambio di vita. 

Possa questa Settimana Santa essere giorni di silenzio, di preghiera, di contemplazione del mistero dell'abbandono di Dio fino alla morte, una morte offerta solo per amore con un amore senza misura.

 
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