La gioia del Natale

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È una gioia intensa e profonda quella che precede la celebrazione delle feste di Natale. Ma la gioia, per i cristiani, è data dal fotto che Dio è in mezzo a noi e porta la salvezza. Ecco perché il profeta suggerisce: Gioisci, figlia di Sion,esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!(Sof. 3,14). Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente. Esulterà di gioia per te, ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di gioia, come nei giorni di festa» (Sof. 3, 17-18)

È la gioia della liberazione che genera un'esperienza di libertà perché le catene di ogni schiavitù sono state rotte, tutti i mali superati e tutte le tenebre dissipate. L'oscurità viene rimossa e la luce inizia a brillare: "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce (Is. 9,1).
 
La gioia del Natale è assicurata da Gesù, l’uomo-Dio che vieni incontro a ogni uomo sotto le sembianze di un bambino accanto alla sua buona Madre e a suo padre “putativo”. In questo modo, ripete a ciascuno di noi: eccomi: sono con te. "Su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse " (Is. 9,1).
 
È vero che ci sono ombre e oscurità: disuguaglianza sociale, mancanza di lavoro e aumento della povertà che colpisce duramente giovani e bambini, consumismo, dimenticanza dei grandi valori, ma la luce del Natale è in grado di dissipare le ombre con la speranza, la gioia, la solidarietà e l’impegno per un mondo più fraterno e più umano. Natale è un canto alla vita.
 
Ma non sarà Natale se non ci porremo in cammino, percorrendo  i sentieri che ci portano all'incontro con il Neonato del presepe. «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore(Lc 2, 10-11). Questo è il segno che Dio continua a darci, un bambino che giace in una mangiatoia. Un bambino fragile, che ci rende forti, un bambino povero, che ci rende ricchi, un bambino schiavo, che ci rende liberi. Un bambino che sorprende, un bambino che dà gioia, un bambino che non ci lascia mai.
 
La gioia del Natale è proclamata anche tra le maggiori difficoltà della vita, poiché il Natale ci invita a levare il capo, perché la nostra liberazione è vicina (cfr. Lc 21, 28). Ben sappiamo che stiamo attraversando momenti difficili, tuttavia 11siamo invitati a contemplare i segni della speranza.

Il segno per eccellenza continua a essere il presepe della notte di Betlemme con la Vergine, San Giuseppe, i pastori, tutti attenti ad ascoltare, ad accettare e mettersi in cammino. Gli stessi pastori hanno  potuto ascoltare l'annuncio degli angeli e ricevere il segnale della presenza del neonato che illuminava l'oscurità della notte.

Il Natale rivela un Dio che viene al nostro incontro. Quindi, il Natale è la via stessa di Dio che ci viene incontro portandoci la gioia della salvezza. Il Natale è anche il modo di uomini e donne che credono, cercano e si aspettano una terra e un nuovo mondo di pace, giustizia, amore.
Il Natale lo contempliamo in particolare come itinerario di ascolto che è evidente in Maria, colei che ha ascoltato e creduto, colei che con il suo sì, ha permesso a Dio di entrare nella nostra storia e diventare uno di noi (Lc 1 , 26-38).
Lo contempliamo come il cammino di Giuseppe, l'uomo giusto, fedele e ubbidiente che ha fatto suo il sogno di Dio accettando il mistero presente in Maria, diventando così il custode del piano divino della salvezza. (Mt 1, 18-25)

L’itinerario del Natale come cammino di ascolto porta alla gioia. Natale e gioia si identificano poiché la gioia è la caratteristica più importante del Natale. Gioia che si è fatta cantico in Maria: "L'anima mia magnifica il Signore  e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore" (Lc 1, 46-47).
 
Gesù ci dice: in questo Natale, vengo e cammino con te affinché tu abbia la vita in abbondanza. Non solo qualsiasi vita, ma quella piena, quella che rende felici,  la vita buona del Vangelo che brucia dentro e  spinge alla missione.
E’ questo il senso vero del Natale!

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