L'elogio del silenzio

<< Torna indietro


Viviamo in un mondo in cui siamo costantemente tempestati dai rumori. Viviamo aggrediti dalle parole; siamo abituati a una vita vissuta all’insegna dell’inquinamento acustico. “L’uomo è diventato un appendice del rumore”, osserva Picard. Il silenzio sembra essere quasi un vuoto da colmare, la cui presenza mette ansia. Così il silenzio viene colmato da parole inutili.
Ma in questi mesi di confinamento sociale molti hanno ri-scoperto il silenzio e ci siamo accorti di essere vissuti (e, forse, tornare a vivere!) in un mondo in cui siamo costantemente tempestati dai rumori: i clacson per strada e il continuo chiacchiericcio di tv, radio e smartphone …
 
Il rumore eccessivo e inutile soffoca la nostra intimità, i nostri pensieri, riduce le idee. Molti hanno cominciato a manifestare l’esigenza di riscoprire l’importanza del silenzio, anche se per altri “le strade zitte” più e prima del virus hanno causato il panico da silenzio. 
 
E’ vero: spesso il silenzio crea inquietudine. Eppure se ci pensiamo il silenzio vive con noi. Il silenzio è erroneamente compreso come vuoto. Al contrario, il silenzio costruisce relazioni come fanno le paroleIl silenzio è la metà delle parole che pronunciamo. Se non mantenessimo piccoli silenzi tra una parola e l’altra, o rappresentati nello scritto da segni di punteggiatura, le parole sarebbero suoni che si susseguirebbero senza significato. 
Se la parola e il silenzio si escludono a vicenda, la comunicazione si deteriora. O per stordimento o per freddezza. Se si integrano la comunicazione acquisisce calore e significato. “La parola sorge dal silenzio e al silenzio ritorna”, affermava Jean Guitton.
Se non ci fossero piccoli silenzi, quasi impercettibili, la musica sarebbe solo rumore. 
 
Ma il silenzio ci inquieta perché è percepito come una forma di passività, una patologia, una zona della nostra esistenza spiacevole ed estranea. Il silenzio crea disagio. E lo vediamo come un tempo e uno spazio da riempire immediatamente, perché non possiamo sopportarlo. Se si è a tavola con la TV accesa e improvvisamente venisse mancare la corrente elettrica molti di noi si sentirebbero a disagio tanto siamo diseducati e non abituati al silenzio.
 
Al contrario il silenzio è una forma di comunicazione superiore, capace di dire molto perché parla il linguaggio delle emozioni, dei pensieri, delle sensazioni che nessuna forma di comunicazione verbale saprebbe mai tradurre in modo tanto pieno, intenso e profondo …
 
Eppure, occorrerebbe imparare ad ascoltare il silenzio che non è un vuoto, ma una opportunità. Oltre a scavare in noi stessi e scoprire noi stessi, il silenzio permette di mettere tutti i sensi in un allarme sereno, pronto affinché il vero silenzio arrivi, morbido come la brezza e dissipi le ombre. Nel silenzio possiamo incontrarci con noi stessi fermandoci ad ammirare la meraviglia della creazione, a ripensare le nostre relazioni con gli altri, e scoprire il progetto di Dio per la nostra vitaIl silenzio è occasione per ripiegarci su noi e riflettere, per sintonizzarci su chi siamo e che cosa vogliamo, per comprendere di più le sfumature di ciò che ci rende unici ed irripetibili, per accostarci a scoprire l’effettivo senso della nostra vita.
 
Paradossalmente c’è voglia di silenzio!
Il silenzio ci pone davanti al mistero che travolge, ma non spaventa;  che accompagna, ma non domina. 
Il silenzio restituisce, con enormi interessi, tante cose.
Il silenzio è una forma di amore e perché è allontanandoci da noi stessi, spegne l'ego e consente spazio al cuore perché si espanda e vada oltre il trambusto della vita. 
 
Tutti abbiamo bisogno del silenzio, come è necessario l’ossigeno per respirare e l’acqua per non morire di sete. Il silenzio, se bene riscoperto, dona pace, serenità, pensiero, profondità.
 
Ci manca, tuttavia, lo spazio e il tempo per scoprire e vivere il silenzio. Eppure nel silenzio possiamo incontrarci con noi stessi fermandoci ad ammirare la meraviglia della creazione, a ripensare le nostre relazioni con gli altri, e scoprire il progetto di Dio per la nostra vitaIl silenzio è occasione per ripiegarci su noi e riflettere, per sintonizzarci su chi siamo e che cosa vogliamo, per comprendere di più le sfumature di ciò che ci rende unici ed irripetibili, per accostarci a scoprire l’effettivo senso della nostra vita.
 
È essenziale recuperare il silenzio, dargli il suo posto, concedergli il suo tempo, poiché viviamo in un mondo nel quale aspiriamo alla felicità senza renderci conto che essa non  è una metà, ma un cammino, un processo di costruzione personale per la quale il silenzio è l’architetto.
 
Occorrerà apprezzare il silenzio per incontrare il silenzio che non delude.
 
 © Riproduzione Riservata