Quaresima: tempo di grazia e di salvezza

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La Chiesa invita tutti i suoi figli a vivere il tempo liturgico della Quaresima con la ferma intenzione di avanzare nel cammino della conversione. Nella sua sapienza spirituale, la Madre Chiesa chiede una preghiera più intensa, il silenzio, il digiuno, l'astinenza dalle carni, la solidarietà e la condivisione con i bisognosi di quello che abbiamo. Si tratta di una vera strategia nei confronti dei nostri sensi affinché impariamo a cercare soprattutto il Signore vivente; si tratta di strumenti per esercitarci all'assiduità della familiarità con Dio. In questo tempo di Quaresima dovremmo far nostro l’invito: “Dio solo basta!”
 
In questo cammino di conversione dobbiamo sempre vivere con la convinzione che Dio non chiederà mai qualcosa che non abbia donato a noi per primo. La certezza del fatto che Egli ci abbia amati e ci ami ci aiuterà a non allontanarci dalla sua volontà né dalla consegna di servizio ai fratelli quando la vita ci sorride e la buona salute ci accompagna. Per evitare di cadere nell’indifferenza delle persone e dei problemi sociali dobbiamo rimanere con il cuore aperto a Dio e al prossimo.
 
I cristiani hanno bisogno di vivere questa esperienza della vicinanza di Dio e del suo amore per non farsi travolgere dai criteri culturali del momento, secondo il quale Dio e la persona interessano nella misura in cui possono essere utilizzati per il proprio tornaconto. Una volta che il divino e l'essere umano non interessano possono essere relegati nell'oblio come inutili gadget, fino a quando non si ritenga vantaggioso riutilizzarli. Questo modo di pensare e di agire sta portando molti fratelli a disprezzare i fondamenti religiosi e le norme etiche per analizzare la moralità delle azioni e per scoprire la bontà o malizia delle stesse.

Di fronte alla considerazione di questa "globalizzazione della indifferenza", frutto della dimenticanza del Dio vero e della creazione di nuovi dèi a misura di ogni persona sarebbe opportuno chiederci: Come sono io, che mi confesso cattolico e, quindi, seguace di Gesù Cristo? Mi lascio sopraffare dal relativismo e dal soggettivismo ambientale nel mio rapporto con Dio e con gli altri o, al contrario, l'ascolto della Parola e la risposta al grido di coloro che soffrono continuano a fornire luce e pienezza di senso alla mia esistenza?

Per rispondere a queste domande, dobbiamo fare un esame di coscienza, seguendo le riflessioni di Papa Francesco sul relativismo pratico che, come egli sottolinea, può essere ancora più grave del relativismo dottrinale, poiché si tratta di opzioni profonde che determinano uno stile di vita. "Questo relativismo pratico consiste nell’agire come se Dio non esistesse, decidere come se i poveri non esistessero, sognare come gli altri non esistessero, lavorare come se quanti non hanno ricevuto l’annuncio non esistessero" (EG 80).

Da molti secoli i cristiani iniziano il tempo quaresimale con l'austero simbolo delle ceneri. Sicché il primo giorno di Quaresima è chiamato “mercoledì delle ceneri”.
 
1.  Questo segno intende esprimere il riconoscimento della nostra condizione umana, limitata e corruttibile. Lo esprime una delle due formule con la quale il sacerdote impone le ceneri sul capo dei fedeli: “Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai”.La cenere parla di caducità, di corruttibilità.
 
2.  La cenere simbolizza l’albero bruciato. Fu precisamente un albero – l’albero della croce – sul quale Cristo fu crocifisso. Evoca la croce e anticipa la Pasqua di risurrezione. L’albero della croce è l’albero della vita.
 
3.   La cenere ci richiama all’umiltà e all’austerità. Ci mette in guardia dalla tentazione dell’orgoglio e dell’autosufficienza. Che cosa c’è di più povero e  insignificante della che la cenere!
 
4.  La cenere ci esorta a porre a fondamento della nostra esistenza Gesù Cristo. Solo Lui può liberare dalla distruzione, dalla corruzione e dalla morte. Cristo è la vera e unica medicina di immortalità e di eternità.
 
5.  La cenere è simbolo di conversione. la seconda formula che il sacerdote può usare nel rito di imposizione delle ceneri afferma: “Convertiti e credi al Vangelo”.
 
Per questo potremmo dire che il rito cristiano delle ceneri posto all’inizio della Quaresima ricorda:
 
   Non gloriarti di te stesso. I talenti che il Signore ti ha dato, ti sono stati dati per servire.
 
   Non considerarti padrone di nulla! Sei solo un amministratore: sii saggio e fedele!
 
   Apprezza il valore delle cose semplici e umili dei piccoli gesti quotidiani.
 
  Vivi il momento presente nell’impegno e nella speranza, intravedendo nelle attività della ferialità la prospettiva dell’eternità.
 
   Non temere in modo disperato la sofferenza, il dolore, la distruzione e la morte. La cenere viene dal legno bruciato e per i cristiani questo legno altro non è che il “legno” della Croce di Cristo: “legno” della vita eterna!
 
Durante questo tempo di grazia e di salvezza, che è il tempo quaresimale, tutti siamo chiamati ad andare nel deserto per trattenere il passo e recuperare la dimensione contemplativa, a scoprire che Dio si prende cura di noi, ci conosce per nome e ci cerca quando ci allontaniamo dai suoi insegnamenti per invitarci a ricostruire la comunione con Lui e con i fratelli. Nel silenzio della nostra preghiera, non dimentichiamo mai che l'amore di Dio per ogni essere umano gli impedisce di essere indifferente alle nostre necessità e sofferenze.
 
Accompagnati e illuminati dalla sua Parola, la Parola di vita eterna, praticheremo la preghiera, il digiuno e l'elemosina nel cammino verso la Pasqua.

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