È iniziata la novena di Natale

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“Regem venturum Dominum, venite adoremus”
 
 
Abbiamo già avuto modo di dire che il tempo di Avvento guida il cristiano attraverso un duplice itinerario: "È tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all'attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi" (Norme per l'anno liturgico e il calendario, 39: Messale p. LVI).
 
Nella liturgia delle prime tre domeniche e nei giorni feriali sino al 16 dicembre la prospettiva è stata quella della seconda venuta di Gesù alla fine dei tempi, mentre nei giorni compresi tra il 17 e il 24 tutta la liturgia è ormai tesa verso la celebrazione della nascita del Figlio di Dio.
 
La novena di Natale cade pienamente nel secondo periodo dell'Avvento.
“Venite, adoriamo il Re Signore, che sta per venire”.
Sono le parole che aprono la novena di Natale e che tanti forse ricordano ancora in latino: “Regem venturum Dominum, venite adoremus”.
Per tanti è un canto dell’infanzia e della giovinezza, che riporta alla memoria e al cuore la magia dei giorni più amati dell’anno.

Ricordo con nostalgia la splendida chiesa parrocchiale del mio paese piena fino all'inverosimile, per nove sere consecutive, di uomini, donne e moltissimi fanciulli  che pregavano e cantavano le suggestive melodie gregoriane nell'attesa della notte santa della nascita del Bambinello!

Detto fra noi, c'era anche una non troppo celata motivazione che spingeva soprattutto i ragazzi a usciere di casa: ossia, l'occasione splendida di fare delle corse folli con la slitta e con uno slittino a dimesioni ridotte (che al mio paese si chiamava "ravatelo")! 
Nei tempi a cui mi riferisco, nel perido della novena del Natale, quasi sempre c'erano parecchi decimetri di neve per la gioia di grandi e piccini.
 
La novena, come dice la stessa parola, è una preghiera che va avanti per i nove giorni che precedono una festa importante dell’anno liturgico cristiano.
 
Il Direttorio su  pietà popolare  e  liturgia scrive così: “La novena del Natale è sorta per comunicare ai fedeli le ricchezze di una Liturgia alla quale essi non avevano facile accesso. La novena natalizia ha svolto effettivamente una funzione salutare e può continuare ancora a svolgerla. Tuttavia nel nostro tempo, in cui è stata resa più agevole la partecipazione del popolo alle celebrazioni liturgiche, sarà auspicabile che nei giorni 17-23 dicembre sia solennizzata la celebrazione dei Vespri con le "antifone maggiori" e i fedeli siano invitati a parteciparvi. Tale celebrazione, prima o dopo della quale potranno essere valorizzati alcuni elementi cari alla pietà popolare, costituirebbe un’eccellente “novena del Natale” pienamente liturgica e attenta alle esigenze della pietà popolare”. (103)
 
La novena di Natale, pur non essendo "preghiera ufficiale" della Chiesa, costituisce un momento molto significativo nella vita delle comunità cristiane.

Gran parte della preghiera è di origine biblica: ci sono i salmi che annunciano la venuta del messia e invocano la sua discesa sulla terra, ci sono le letture della Sacra Scrittura, c’è il canto del Magnificat assieme ad altri canti popolari, fra i quali raramente manca il più italiano di tutti, cioè “Tu scendi dalle stelle”. Spesso sono valorizzati i simboli tipici della preghiera serale, che sono la luce dei ceri (Cristo illumina il mondo) e l’incenso (la preghiera della comunità sale verso Dio).
 
Nella Novena del Santo Natale sono numerosi e significativi i richiami alla luce.
Il Salvatore atteso dalle genti è salutato come "Astro sorgente", la stella che indica la via e guida gli uomini, viandanti tra le oscurità e i pericoli del mondo, verso la salvezza promessa da Dio e realizzata in Gesù Cristo.
 
Preparandoci a celebrare con gioia la nascita del Salvatore nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità ecclesiali, mentre una certa cultura moderna e consumistica tende a far sparire i simboli cristiani dalla celebrazione del Natale, sia impegno di tutti cogliere il valore delle tradizioni natalizie, che fanno parte del patrimonio della nostra fede e della nostra cultura, per trasmetterle alle nuove generazioni.
 
Mentre accendiamo le candele nelle Chiese o l’illuminazione del presepe e dell’albero di Natale nelle case, si apra il nostro animo alla vera luce spirituale recata a tutti gli uomini di buona volontà.
Il Dio con noi, nato a Betlemme dalla Vergine Maria, è la Stella della nostra vita!
 
"O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, Sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte".
Viviamo intensamente questi ultimi giorni, che precedono il Natale, insieme a Maria, la Vergine del silenzio e dell’ascolto. Lei, che fu totalmente avvolta dalla luce dello Spirito Santo, ci aiuti a comprendere e a vivere appieno il mistero del Natale di Cristo.

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