Il Vangelo secondo Matteo

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L'anno liturgico è l'articolazione del calendario annuale della liturgia della Chiesa Cattolica che inizia con la prima domenica di Avvento e termina con l'ultima settimana del Tempo ordinario. Le settimane sono 34.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che “A partire dal Triduo pasquale, come dalla sua fonte di luce, il tempo nuovo della risurrezione permea tutto l'anno liturgico del suo splendore. Progressivamente, da un versante e dall'altro di questa fonte, l'anno è trasfigurato dalla liturgia. Esso costituisce realmente l'anno di grazia del Signore. L'Economia della salvezza è all'opera nello svolgersi del tempo, ma dopo il suo compimento nella pasqua di Gesù e nell'effusione dello Spirito Santo, la conclusione della storia è anticipata, «pregustata», e il regno di Dio entra nel nostro tempo” (1168).

La Chiesa suddivide questa serie di anni attraverso la denominazione di Anno A, Anno B, Anno C aventi ciascuno di essi una peculiare fisionomia.

Nel corso dell’anno liturgico A - che inizierà, appunto, con la prima domenica di Avvento - la Liturgia della Parola proporrà la meditazione e l’ascolto del Vangelo secondo Matteo.

 

Il Vangelo di Matteo

 

Nella storia del cristianesimo il Vangelo di Matteo è il Vangelo più popolare, più letto e commentato. Nella composizione dei singoli Vangeli ogni evangelista ha una sua prospettiva, segue un proprio progetto, disegna un proprio ritratto della figura di Cristo, risponde alle esigenze della comunità cui indirizza il suo racconto. Matteo pensa a destinatari di origine ebraica convertiti al cristianesimo, legati alle loro radici, ma spesso in tensione con gli ambienti da cui provenivano. Si spiega, così, la ricchezza delle citazioni, delle allusioni e dei rimandi all’Antico Testamento nel vangelo di Matteo.

 

Gli insegnamenti di Gesù sono raccolti in cinque grandi discorsi: il primo ha come sfondo un monte -  ed è perciò chiamato il Discorso della montagna (capitoli 5-7) - e può essere interpretato in riferimento al Sinai: Cristo non è venuto ad abolire la legge di Mosè ma a portarla a pienezza.

 

Cinque grandi discorsi di Gesù costituiscono l’intelaiatura attorno alla quale si struttura tutta la narrazione del Vangelo di Matteo:

il discorso della montagna. Il regno di Dio è il tema centrale della predicazione e dell’azione di Gesù.

        il discorso missionario: il Regno è annunziato, accolto e rifiutato.

       il discorso in parabole: il Regno è descritto nella sua crescita lenta ma inarrestabile nella storia.

        il discorso ecclesiologico: un argomento caro a Matteo che diventa il segno del Regno durante il cammino della storia

        il discorso escatologico è l’attesa che il regno giunga a pienezza nella salvezza finale.

 

Questa è l’opera di Matteo: un grandioso abbozzo della storia di Cristo, della Chiesa e del regno.

 

Luogo e Data della Composizione

 

Il Vangelo di Matteo è stato redatto tra il 70 e l’80 dopo Cristo, in una comunità giudeo-cristiana, composta cioè da Ebrei convertiti al Cristianesimo. L’Evangelista è un pastore della chiesa giudeo-cristiana, ma è anche teologo, preoccupato della retta comprensione del messaggio evangelico e della sua attuazione. Matteo significa dono di Dio. È lo stesso Levi, il pubblicano, di cui riferiscono Marco (Mc 2,14) e Luca (Lc 5,27-29) ed è quel Matteo (Mt 9,9), che Gesù ha chiamato al suo seguito ed è ricordato unanimemente dagli elenchi apostolici. Nel Vangelo secondo Matteo prevale l’attenzione dell’Evangelista alle parole di Gesù, anche se non vengono trascurati i fatti della sua vita.

 

Caratteristiche Letterarie

 

È convinzione comune che i ricordi di Gesù, cioè le sue parole e i suoi gesti, non siano stati tramandati meccanicamente, ma raccolti, ordinati, elaborati in base alle esigenze della fede delle diverse comunità cristiane: esigenze pastorali, di culto e altro. Tutto questo avvenne prima che i diversi evangelisti fissassero i ricordi nei loro scritti, orientandoli e scegliendoli in modo da mettere in luce - a loro volta - il proprio particolare punto di vista. Perciò nel Vangelo sentiamo la voce di Gesù, la voce della Tradizione (la predicazione orale degli Apostoli) che l’evangelista ha messo per iscritto, attualizzando a sua volta il messaggio, e infine la voce della Chiesa che lo ha predicato.

 

Caratteristiche Dottrinali

 

Matteo è molto interessato alla dottrina di Gesù. I discorsi sono più numerosi e più ampi degli altri Vangeli. La stessa disposizione della materia sembra seguire un ordine didattico, che fa perno a cinque grandi discorsi: quello della montagna, quello missionario, il discorso in parabole, quello ecclesiale e quello escatologico. Ma nonostante questo innegabile interesse per la dottrina di Gesù, Matteo non vuole assolutamente ridurre il Vangelo a una dottrina. Egli è ben consapevole che il Vangelo è innanzitutto una persona e una storia. Ecco perché, dietro la struttura letteraria che fa perno sui cinque discorsi, è visibile la storia di Gesù, identica al racconto di Marco: dalla Galilea alla Giudea, dal battesimo nel Giordano alla passione/risurrezione. Matteo unisce sapientemente racconto e catechesi, storia e dottrina: la dottrina nasce dalla storia di Gesù, la illustra e la commenta.

 

Dire che la catechesi di Matteo spieghi una storia, significa affermare che il suo Vangelo è in primo luogo cristologico. L’unico protagonista è Gesù e il primo intento dell’evangelista è di mostrare il significato salvifico della sua persona e della sua parola. Gesù è il Maestro, il nuovo Mosè, il profeta portatore della parola di Dio ultima e definitiva. In tal modo il giudaesimo è invitato a superarsi perché la parola ultima non è quella di Mosè, né la tradizione dei padri, ma la parola di Gesù. Ma il Vangelo di Matteo è anche sensibile alla Chiesa e Matteo è l’unico evangelista che mette in bocca a Gesù la parola “ecclesia” (16,18 e 18,17). Ma soprattutto è ecclesiale perché i temi che tratta sono scelti in base alle esigenze della comunità.