Il tempo d'Avvento

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Quando si avvicina la ricorrenza del Natale, l’anno liturgico contempla e prevede un periodo di preparazione speciale: l’Avvento. Occasione, questa, non dissimile da ciò che tutto il mondo fa alla vigilia di un grande avvenimento.

Per esempio un viaggio. Prima di intraprenderlo, deve essere preparato con cura e nei particolari: per questo si studia la mappa; si ci si informa sulla storia, gli usi e i costumi del luogo; si decide il mezzo con cui effettuare il viaggio, e si prenota un luogo dove soggiornare.
 
L’Avvento è il tempo - 4 settimane approssimativamente – che la Chiesa dedica a ridestare la vigilanza sul più grande avvenimento della storia: la venuta di Gesù, l’uomo di Nazareth, il Cristo della fede.
 
Sebbene sia storicamente certo che Gesù sia nato duemila anni fa in Betlemme, quello che ora conta è Egli ci trovi sempre vigili e accoglienti e lui possa vivere nei cuori di ciascuno e nella vita di ciascuno trovi un posto.

Colui che per nascere ha trovato dimora in un villaggio della Giudea e che verrà a giudicare i vivi e i morti è lo stesso Signore che ogni giorno cerca di dimorare in noi stessi.

Che altra cosa è la Comunione, se non questa volontà di Dio di essere ricevuto dentro di noi, di “essere mangiato”? Un Dio che si lascia mangiare è qualcosa di straordinario! 
 
Per molti secoli i profeti hanno annunciato la venuta e il giorno del Signore. Essi scrivevano le loro profezie generalmente in versi e le offrivano al popolo, che di generazione in generazione le apprendeva a memoria, le recitava o le cantava in tutta la Palestina, pregustando la gioia della promessa e ponendo la propria speranza nel compimento delle promesse, quando – cioè - si sarebbe compiuto il frutto dell’Alleanza.
 
Giunta la pienezza dei tempi “venne un uomo chiamato Giovanni” ultimo dei profeti, la cui missione era quella di “preparare le vie al Signore”, fungendo da cerniera tra l’Antico e il Nuovo Testamento.
 
Solo un mese distanziò la nascita del Battista da quella di Gesù.
E dopo non ci furono più né profezie, né promesse.
Nel grembo della Vergine Maria Dio si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Nei giorni dell’attesa accenderemo ogni settimana una candela della Corona dell’Avvento, in una specie di conta all’indietro fino a giungere al grande giorno in cui faremo memoria della prima venuta del Salvatore nel suo vero corpo: Lui la Luce del mondo.
 
Che bello sarebbe se in ogni famiglia, a partire dalla parrocchia che è la grande famiglia di famiglie, si potesse effettuare questo conteggio all’indietro, preparatorio del grande giorno!
 
Attraverso l’itinerario d’Avvento, Gesù trovi sempre il nostro cuore preparato per accoglierlo e vigile fino al suo secopndo avvendo, quando egli verrà a giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine.

L'avvento si situa allora giustamente come tempo di risveglio, di attesa e di vigilanza tra la prima venuta di Gesù nella carne e la seconda venuta nella parusia.
 
In questo tempo di avvento, di vigile attesa, Gli chiederemo
    che il nostro amore non diventi asfittico;
    che ci aiuti ad allontanare dalla nostra vita la monotonia e l’abitudinarietà;
   che ci insegni a scoprire nel nostro prossimo, particolarmente quello più bisognoso, quel Gesù che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. 


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