Il Sacro Cuore e la devozione
dei primi 9 venerdì del mese

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La devozione al Sacro Cuore di Gesù mediante la pia pratica dei primi 9 Venerdì del mese è dovuta a Santa Margherita Maria Alacoque ed alle rivelazioni che Gesù le fece nel monastero di Paray-le-Monial.

 

Il 15 giugno 1675, durante l’ottava della festa del Corpus Domini, mentre Suor Margherita era assorta in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, Gesù le apparve mostrando il suo Cuore e dicendo: “Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e in contraccambio non riceve che ingratitudini, disprezzo, sacrilegi in questo Sacramento di amore”.

 

Gesù chiese alla Suora l’istituzione di una festa particolare il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, per onorare il suo Cuore, e chiese la comunione riparatrice per le colpe contro l’Eucaristia, promettendo che «…il mio Cuore si dilaterà per effondere con abbondanza le ricchezze del suo divino amore su coloro che gli renderanno questo onore e procureranno che gli sia reso da altri»

 

In diverse apparizioni Gesù chiarì il significato delle sue parole, in 12 promesse destinate a quanti avessero onorato il Suo Cuore; le promesse furono esaminate meticolosamente e, dopo severa deliberazione, approvate dalla Sacra Congregazione dei Riti, il cui giudizio fu poi confermato dal Sommo Pontefice Leone XII nel 1827.

 

E queste sono le promesse che il Cuore di Gesù a fatto nei confronti di coloro che praticano la devozione al Suo Cuore:

 

1.       Darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato

2.     Porterò soccorso alle famiglie che si trovano in difficoltà e metterò la pace nelle famiglie divise

3.      Li consolerò nelle loro afflizioni

4.     Sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte

5.      Spargerò abbondanti benedizioni sopra tutte le loro opere

6.     I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l’oceano della Misericordia

7.      Riporterò le comunità religiose e i singoli fedeli al loro primo fervore

8.     Le anime fervorose giungeranno in breve a grande perfezione

9.     Benedirò i luoghi dove l’immagine del mio Sacro Cuore verrà esposta e onorata

10.  A tutti coloro che lavoreranno per la salvezza delle anime darò il dono di commuovere i cuori più induriti

11. Il nome di coloro che propagheranno la devozione al mio Sacro Cuore sarà scritto nel mio Cuore e non verrà mai cancellato

12.  Il mio Amore Onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno al primo venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale. Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà loro asilo sicuro in quell’ora estrema.

 

Il Magistero della Chiesa ha approvato, diffuso e incoraggiato  la devozione al Sacro Cuore attraverso tappe documenti precisi:

 

1765: Decreto della Congregazione dei Riti approvato da Clemente XII per concedere ai vescovi polacchi, all’arciconfraternita romana del Sacro Cuore e alle religiose dell’Ordine della Visitazione di celebrare la festa liturgica del Sacro Cuore.

 

1856: Pio IX, con decreto della Congregazione dei Riti, «in risposta alle suppliche dei vescovi francesi e di quasi tutto il mondo cattolico, estende a tutta la Chiesa la festa del Sacro Cuore».

 

1899: Leone XIII promulga l’enciclica Annum Sacrum sulla consacrazione del mondo al Sacro Cuore e la compie personalmente, tanto da ritenerla l’atto più importante del suo lungo pontificato.

 

1925: Pio XI istituisce la festa di Cristo Re con l’Enciclica Quas Primas.

 

1928: Pio XI pubblica l’enciclica Miserentissimus Redemptor, sul dovere che abbiamo di riparazione verso il Sacro Cuore.

 

1956: Pio XII pubblica l’enciclica Haurietis aquas sul culto al Sacro Cuore, commemorandone l’estensione a tutta la Chiesa della festa liturgica. In essa sviluppa compiutamente gli argomenti teologici sulla devozione e confuta le obiezioni contrarie.

 

1965: Paolo VI scrive la Lettera apostolica Investigabiles divitias Christi nel secondo centenario della istituzione della Festa del sacro Cuore di Gesù.

 

2002: Giovanni Paolo II approvò e fece pubblicare il documento della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, dove tra l’altro si afferma: «Non vi è dubbio infatti che la devozione al Cuore del Salvatore è stata ed è tuttora una delle espressioni più diffuse e più amate della pietà ecclesiale. Come hanno spesso ricordato i Romani Pontefici, la devozione al Cuore di Cristo ha un solido fondamento nella Scrittura. La devozione al Sacro Cuore costituisce una grande espressione storica della pietà della Chiesa per Gesù Cristo, suo Sposo e Signore; essa richiede un atteggiamento di fondo fatto di conversione e riparazione, di amore e gratitudine, di impegno apostolico e di consacrazione nei confronti di Cristo e della sua opera salvifica. Perciò la Sede Apostolica e i Vescovi la raccomandano, ne promuovono il rinnovamento (Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia - Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti).

 

2006: Benedetto XVI indirizza una Lettera apostolica al Rev.mo Padre Peter-Hans Kolvenbach, Preposito Generale della Compagnia di Gesù, in occasione del 50° anniversario dell’Enciclica Haurietis aquas. Costituisce una grande espressione storica della pietà della Chiesa per Gesù Cristo, suo Sposo e Signore; essa richiede un atteggiamento fatto di conversione e riparazione, di amore e gratitudine, di impegno apostolico e di consacrazione nei confronti di Cristo e della sua opera salvifica.

 

La devozione, con la pratica dei 9 venerdì, giunge quindi fino a noi con intatto valore spirituale.

Per quanto riguarda, in particolare, i primi 9 venerdì, occorre tuttavia ricordare che non si deve riporre in tale pratica una fiducia che rasenta la vana credulità, la quale, in ordine alla salvezza, annullerebbe le insopprimibili esigenze della fede operante e l’impegno di condurre una vita conforme al Vangelo.

 

Condizioni:

 

Il modo corretto per praticare la devozione dei Nove Primi Venerdì del mese consiste in 5 punti fondamentali:

1.       Il primo venerdì del mese, per 9 mesi consecutivi, ricevere la comunione.

2.     La comunione deve essere ricevuta in grazia di Dio (cioè in assenza di peccato mortale).

3.      Una buona confessione, fatta ponendo l’intenzione della pia pratica, non dovrebbe essere comunque anteriore di più di 8 giorni alla comunione.

4.     La disposizione interiore dev’essere semplicemente quella di voler offrire riparazione per le offese al Cuore di Gesù, e il desiderio di godere della Sua promessa.

5.      Chi, per qualsiasi motivo (comprese le malattie), non potesse comunicarsi il primo venerdì del mese deve ricominciare di nuovo dal principio.