Il quarto comandamento del Decalogo
«Onora il padre e la madre»
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Dopo l'amore verso Dio la Bibbia comanda l'amore verso chi ci ha generato e verso gli altri componenti della famiglia.
Questo comandamento implica e sottintende i doveri dei genitori e di tutti coloro che esercitano una autorità
Leggiamo nel libro del Siracide: "Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli, ha stabilito il diritto della madre sulla prole. Chi onora il padre espia i peccati; chi riverisce la madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Chi riverisce il padre vivrà a lungo; chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre" (Libro del Siracide 3,2-6).
Sono i genitori che, con amore e sacrificio, ci aiutano nel cammino della vita, dandoci i necessari aiuti materiali e morali per un'esistenza dignitosa e serena. Il padre e la madre vanno amati sempre. Anche quando, per malattia o vecchiaia, non possono più amarci come vorremmo. Anzi, più loro hanno bisogno di noi, più noi dobbiamo aver cura di loro.
Dice la Bibbia: “Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Anche se perdesse il senno, compatiscilo e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore. Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, ti sarà computata a sconto dei peccati. Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te; come fa il calore sulla brina, si scioglieranno i tuoi peccati. Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore, chi insulta la madre è maledetto dal Signore" (Libro del Siracide 3,12-16).
Il vero figlio si riconosce nel momento in cui il genitore ha bisogno di lui. È una responsabilità che non bisogna sfuggire. Così insegna anche il Catechismo della Chiesa: “Il quarto comandamento ricorda ai figli divenuti adulti le loro responsabilità verso i genitori. Nella misura in cui possono, devono dare loro l'aiuto materiale e morale, negli anni della vecchiaia e in tempo di malattia, di solitudine o di indigenza” (Catechismo della Chiesa Cattolica 2218).
I doveri dei genitori
Non rimane in piedi una famiglia senza le fondamenta della fede e dell'amore.
Dove c'è amore e timor di Dio c'è grazia: vita e benedizione nella casa che teme il Signore! (Libro dei Proverbi 3,33).
Infine una parola riservata, cuore a cuore, ai genitori (sprattutto alle mamme):
Non create figli a vostra immagine e somiglianza!
I fgli, lasciateli volare...
Mi piace dirlo con le parole di un saggio poeta, scrittore e filosofo libanese, emigrato negli Stati Uniti, Kahlil Gibran (1883 - 1931)
I vostri figli non sono figli vostri...
sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima,
perché la loro anima abita la casa dell'avvenire
che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo,
ma non pretendere di renderli simili a voi,
perché la vita non torna indietro,
né può fermarsi a ieri.
Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive,
i vostri figli sono lanciati in avanti.
L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito
e vi tiene tesi con tutto il suo vigore
affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere,
poiché egli ama in egual misura
e le frecce che volano e l'arco che rimane saldo.