Ottobre
il Rosario, preghiera dei semplici e dei santi

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Madonna di Gerusalemme
 
Ottobre è per antonomasia il mese del Rosario; preghiera e molto cara alla pietà popolare.
Tante parrocchie e famiglie, sulla scia di tradizioni religiose ormai consolidate, continuano a fare di maggio un mese "mariano", moltiplicando fervorose iniziative liturgiche, catechistiche e pastorali!

Il desiderio di intimità con la Madre di Dio e Madre nostra, sorge in noi spontaneamente. Vogliamo esserle vicini come lo si può essere con una persona viva: su di Lei, infatti, la morte non ha trionfato, ed Ella sta in corpo e anima accanto a Dio Padre, a suo Figlio e allo Spirito Santo.
 
Maria è, come recita un antico inno, la stella del mare, colei che nella navigazione della fede ci aiuta a non perdere mai la bussola, e a virare sempre verso Cristo. La Madonna è maestra di verità e segno della fede vera nel suo Figlio.
 
L'avvenimento mariano più importante del secolo scorso è stato senza dubbio il Concilio Vaticano II, e da esso è scaturita anche una prospettiva mariana. Il Concilio ha voluto risituare Maria al punto di partenza e al centro stesso del mistero di salvezza.

L'inserimento di Maria nella Costituzione Dogmatica sulla Chiesa può considerarsi un segno del rapporto di esemplarità che intercorre fra Maria e la Chiesa: la Vergine è tipo e compimento della Chiesa. Inoltre, la Vergine è Madre della Chiesa, giacché è Madre di Cristo e di tutto il Popolo di Dio, sia dei fedeli che dei Pastori. San Paolo VI ebbe a cuore il proclamarlo solennemente a conclusione della terza sessione del Concilio, offrendo in tale titolo una sintesi della mariologia del Concilio (cfr. DC, 6.XII.64, col 1544). 
  
Sono pertanto due le chiavi per una rinnovata devozione mariana in linea con il Concilio: la scoperta di Maria nella contemplazione di quella donna che si è data liberamente nella fede ai piani e disegni di Dio, e la scoperta della Madre che ci ha amato nel vedere il suo Figlio donarsi in sacrificio per noi. In queste direzioni s'inseriscono i documenti mariani degli ultimi Pontefici e singolarmente le Esortazioni Apostoliche Marialis Cultus di Paolo VI (1974), Redemptoris Mater (1987) e Rosarium Virginis Mariae (2002) di Giovanni Paolo II. 
 
Ma la devozione a Maria in questo mese di ottobre non deve limitarsi a un puro sentimento o a mere emozioni; deve tradursi in preghiera. Che sia dappertutto un mese di intensa preghiera con Maria con la quotidiana recita del santo Rosario.
Si tratta di una preghiera semplice, apparentemente ripetitiva, ma quanto mai utile per penetrare nei misteri di Cristo e della sua e nostra Madre. E', al tempo stesso, un modo di pregare che la Chiesa sa essere gradito alla Madonna stessa. Ad esso siamo invitati a far ricorso anche nei momenti più difficili del nostro pellegrinaggio sulla terra. 
  
In Rosarium Virginis Mariae si legge: "Il Rosario pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto dl Cristo e all’esperienza delta profondità del suo amore"
 
Quant’era provvidenziale la pia tradizione si era andata stabilendo nelle famiglie cristiane!
Dopo una giornata d’intenso lavoro, raccolti nella quiete serena delle pareti domestiche, genitori e figli si riunivano intorno a un’immagine della Vergine Santa per pregare il santo Rosario. I vecchi innalzavano la loro preghiera nel pieno della loro maturità, i fanciulli imparavano, pregando, ad amare la famiglia, prima chiesa domestica.
E la benedizione di Maria pioveva abbondante sui cuori di tutti.

Il Rosario in famiglia era uno degli atti più solenni e preziosi della vita familiare. 
Il Rosario era il mezzo per elevare la mente, rasserenare i cuori, trovare conforto nelle sofferenze, educare i fanciulli e, soprattutto, unire i cuori dei familiari e volgerli tutti a Dio.
Il Rosario era davvero la preghiera familiare per eccellenza. 
 
Certo, oggi viene piuttosto da chiedersi se tutte le famiglie cristiane apprezzino ancora o, addirittura, se conoscano la preghiera del Rosario! Molte, forse la maggioranza, lo considerano un costume ormai sorpassato e questo non è certo un segno confortevole per la vita cristiana.  
 
L’invito a non trascurare la recita del Rosario viene da lontano. Nel 1951, il papa Pio XII così scriveva: "…è soprattutto in seno alla famiglia che Noi desideriamo che la consuetudine del santo Rosario sia ovunque diffusa, religiosamente custodita e sempre più sviluppata. Invano, infatti, si cercherà di portare rimedio alle sorti vacillanti della vita civile, se la società domestica, principio e fondamento dell’umano consorzio, non sarà ricondotta alle norme dell’Evangelo. Per ottenere un compito così arduo, Noi affermiamo che la recita  el santo Rosario in famiglia è un mezzo quanto mai efficace" (Enc. Ingruentium malorum1951). 
 
Anche papa san Paolo VI attribuiva una straordinaria importanza al Rosario recitato in famiglia: "Non v’è dubbio - scriveva - che la Corona della Beata Vergine Maria sia da ritenere come una delle più eccellenti ed efficaci ‘preghiere in comune’ che la famiglia cristiana è invitata a recitare. Noi amiamo, infatti, pensare e vivamente auspichiamo che, quando l’incontro familiare diventa tempo di preghiera, il Rosario ne sia l’espressione più gradita" (Marialis Cultus 53). 
 
E Benedetto XVI: "Voglio esprimere a Maria la mia gratitudine per il sostegno che mi offre nel quotidiano servizio alla Chiesa. So di poter contare sul suo aiuto in ogni situazione; so, anzi, che Lei previene con materno intuito ogni necessità dei suoi figli e interviene efficacemente per sostenerli: questa è l'esperienza del popolo cristiano fin dai primi suoi passi a Gerusalemme".
E in un'altra occasione ricordava: "Il Rosario è preghiera contemplativa e cristocentrica, inseparabile dalla meditazione della Sacra Scrittura. E' la preghiera del cristiano che avanza nel pellegrinaggio della fede, alla sequela di Gesù. Vorrei invitarvi a recitare il Rosario in famiglia, nelle comunità e nelle parrocchie per le intenzioni del Papa, per la missione della Chiesa, per la pace nel mondo".
 
Con la recita del Santo Rosario, la famiglia cristiana, sull’esempio di quella di Nazaret, diventa una dimora di santità e una scuola efficacissima di vita cristiana. La considerazione dei misteri della Redenzione, infatti, insegna agli adulti a specchiarsi quotidianamente negli esempi di Gesù e Maria nelle vita domestica di Nazaret (misteri gaudiosi); a considerare gli anni della vita pubblica di Gesù e l'annuncio del vangelo del Regno (misteri della luce); a ricavare da Loro conforto nelle avversità (misteri dolorosi) e a tendere costantemente verso i beni celesti, cercando sempre "le cose di lassù" (misteri gloriosi).

Il Rosario, inoltre, porta i piccoli a conoscere le principali verità delle fede, facendo germogliare nelle loro anime, quasi naturalmente, la carità verso il Redentore.
 
San Giovanni Paolo II, che molte foto ritraggono con la corona del Rosario in mano, ci ricorda dal paradiso: “il Rosario è anche, da sempre, preghiera della famiglia e per la famiglia. Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane, e certamente ne favoriva la comunione.

«Il Rosario – ha confidato papa Francesco – è la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei santi... è la preghiera del mio cuore».

Occorre non disperdere questa preziosa eredità.
Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera….La famiglia che prega unita, resta unita.

Il Santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente ad essere preghiera in cui la famiglia si ritrova.
I singoli membri di essa, proprio gettando lo sguardo su Gesù, recuperano anche la capacità di guardarsi sempre nuovamente negli occhi, per comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con un patto di amore rinnovato dallo Spirito di Dio.

A questa preghiera è anche bello e fruttuoso affidare l'itinerario di crescita dei figli ….
Pregare col Rosario per i figli, e ancor più con i figli, educandoli fin dai teneri anni a questo momento giornaliero di « sosta orante » della famiglia, non è, certo, la soluzione di ogni problema, ma è un aiuto spirituale da non sottovalutare. 
Riprendete con fiducia tra le mani la corona del Rosario, riscoprendola alla luce della Scrittura, in armonia con la Liturgia, nel contesto della vita quotidiana.
 
« O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci riannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell'inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell'ora dell'agonia. A te l'ultimo bacio della vita che si spegne. E l'ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo ». (cfr. Rosarium Virginis Mariae)
 
La fede cattolica ha saputo riconoscere in Maria un segno privilegiato dell'amore di Dio: Dio ci chiama fin da ora suoi amici; la sua grazia opera in noi, ci rigenera dal peccato, ci dà la forza affinché, pur nella debolezza di chi è sempre polvere miserabile, possiamo riflettere in qualche modo il volto di Cristo. Non siamo dei naufraghi cui Dio ha promesso la salvezza: la salvezza opera già in noi.

Di fronte a Dio non siamo come ciechi che aspirano alla luce e tuttavia gemono fra le angustie dell'oscurità: siamo figli che sanno di essere amati dal loro Padre.
Per capire il ruolo di Maria nella vita cristiana, per sentirci attratti verso di Lei, per cercare con affetto filiale la sua amorevole compagnia, non occorrono lunghe disquisizioni, anche se il mistero della maternità divina ha una ricchezza di contenuto su cui non si rifletterà mai abbastanza.


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