Giovanni Paolo II
un pensiero per ogni giorno di giugno

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1 giugno
 
 
Il Cuore del redentore vivifica tutta la Chiesa ed attira gli uomini che hanno aperto i loro cuori “all’inscrutabile ricchezza” di questo unico Cuore. 
Questo legame spirituale conduce sempre ad un grande risveglio di zelo apostolico. Gli adoratori del Cuore Divino diventano gli uomini dalla coscienza sensibile. E quando è dato a loro di avere rapporti con il Cuore del nostro Signore e Maestro, allora si risveglia in essi anche il bisogno della riparazione per i peccati del mondo, per l’indifferenza di tanti cuori, per le loro negligenze. 
Quanto è necessaria nella Chiesa questa schiera di cuori vigilanti, perché l’Amore del Cuore Divino non rimanga isolato e non ricambiato! Tra questa schiera meritano una particolare menzione tutti coloro che offrono le loro sofferenze come vive vittime in unione con il Cuore di Cristo trafitto sulla croce. Trasformata così con l’amore, la sofferenza umana diventa un particolare lievito della salvifica opera di Cristo nella Chiesa. 
[Angelus, 24 giugno 1979]
 
2 giugno
 
Ave verum corpus natum / ex Maria Virgine...” (Ave, o vero corpo, nato / da Maria Vergine...).
Mentre vogliamo manifestare il particolare culto verso l’eucaristia, verso il santissimo corpo di Cristo, i nostri pensieri si rivolgono a colei, dalla quale Dio, il Figlio di Dio, ha preso questo corpo: alla Vergine, il cui nome è Maria. Particolarmente, mentre ci troviamo qui, per recitare, come tutte le domeniche, l’Angelus, la preghiera che tre volte al giorno ci ricorda il mistero della incarnazione: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Salutiamo quindi con venerazione e amore quel corpo dell’eterno Verbo e colei che, come Madre, ha dato il corpo all’eterno Verbo. Questo corpo è il sacramento della redenzione dell’uomo e del mondo: “Veramente patì, fu immolato / sulla croce per l’uomo”. Questo corpo martirizzato fino alla morte sulla croce, insieme al sangue versato in segno della buona ed eterna alleanza, è diventato il sacramento più grande della Chiesa, al quale desideriamo rendere particolare adorazione, dimostrare particolare amore e gratitudine. Infatti, questo corpo è veramente il cibo, così come il sangue è veramente la bevanda delle nostre anime, sotto le specie del pane e del vino. Ristora le forze interiori dell’uomo e fortifica nel cammino sulla strada dell’eternità. Già qui sulla terra ci permette di pregustare quell’unione con Dio nella verità e nell’amore, alla quale ci chiama il Padre, in Cristo suo figlio. Perciò l’ultima invocazione: “Esto nobis praegustatum / mortis in examine!”.
[Angelus, 8 giugno 1980]
 
3 giugno
 
“Io sono il Pane vivo, disceso dal cielo” (Gv 6,51).
Verso questo Pane si rivolge il nostro cuore con particolare intensità di fede e di amore. All’uomo, pellegrino sulle strade del tempo, ma sospinto da un insopprimibile desiderio di immortalità, Cristo si fa incontro con questo alimento divino: “Chi mangia questo Pane vivrà in eterno” (Gv 6,58). Consapevoli di questo immenso dono, i credenti vogliono almeno una volta all’anno, nella solennità del Corpus Domini, portare in trionfo il loro Signore.  Anche noi ci rivolgiamo col cuore colmo di gratitudine verso Gesù nascosto sotto i veli del pane e del vino e gli ripetiamo con la Chiesa: “Buon Pastore, pane vero, o Gesù, pietà di noi. Nutrici e difendici”.  È accanto a noi in questo atto di fede e di adorazione Colei che per nove mesi custodì sotto il suo cuore il Verbo divino fattosi carne per la nostra salvezza. La Vergine santa conceda a noi tutti di accogliere nella nostra vita Gesù Eucaristico con l’atteggiamento di umile disponibilità e di fiducioso abbandono con cui Ella pronunciò il “fiat”, che tornò a spalancare i cieli, facendo rifiorire sulla terra la speranza.
[Angelus, 21 giugno 1981]
 
4 giugno
 
Onoriamo in questo mese il Sacro Cuore di Gesù, quel Cuore che duemila anni or sono iniziò a battere nel seno di Maria Santissima e che portò nel mondo il fuoco dell'amore di Dio. Il Cuore di Cristo contiene un messaggio per ogni uomo; parla anche al mondo di oggi. In una società, dove si sviluppano a ritmo crescente tecnica ed informatica, dove si è presi da mille interessi spesso contrastanti, l'uomo rischia di smarrire il centro, il centro di se stesso. Mostrandoci il suo Cuore, Gesù ricorda anzitutto che è lì, nell'intimo della persona, che si decide il destino di ciascuno, la morte o la vita in senso definitivo. Egli stesso ci dona la vita in abbondanza, che consente ai nostri cuori, talora induriti dall'indifferenza e dall'egoismo, di aprirsi ad una forma di vita più alta. Il Cuore di Cristo crocifisso e risorto è la fonte inesauribile di grazia da cui ogni uomo può attingere sempre  amore, verità, misericordia.
[Angelus 2 luglio 2000]
 
5 giugno
 
Nel mese di giugno la pietà popolare cristiana orienta il nostro spirito, secondo una bella tradizione, verso il mistero del Cuore di Gesù., La Chiesa si rivolge a Dio, "fortezza" di chi spera in Lui, perché cosciente della propria "debolezza" e del fatto che "nulla si può senza il suo aiuto". Essa si rivolge a Dio confortata dalla formale promessa di Cristo, che della preghiera espressa in suo nome garantisce il valore e l'esaudimento. Anche noi, in questo momento di raccoglimento, fiduciosi nell'amore del Signore Gesù, e nella carità del suo Cuore, ci rivolgiamo a Dio Padre e Gli diciamo: "Soccorrici con la tua grazia".
A questo Cuore, propiziazione per i peccati del mondo, ci conduca Maria. Sia Lei ad avvicinargli ogni anima che soffre per la tristezza del male, e forse dispera di ritrovare l'amicizia con Dio. Cuore Immacolato di Maria, avvicinaci al Cuore Sacratissimo del tuo Figlio Gesù!
[Angelus, 16 giugno 1991]

 
6 giugno
 
 Il Cuore di Gesù si offre a noi come testimonianza vivente della volontà che Dio ha di salvarci e di far sì che, secondo questa santa sua volontà, possiamo piacergli "nelle nostre intenzioni e nelle nostre opere". Se in ogni uomo esiste la dolorosa esperienza del male morale, della colpa che allontana dal Signore, della disubbidienza alla sua volontà, proprio da tale situazione noi sappiamo che può liberarci solo l'amore del Cuore di Cristo. Ricco di misericordia verso tutti coloro che sono oppressi dal peccato, il Sacro Cuore è principio e fondamento di pace e di vera speranza. Gesù riporta ogni uomo alla comunione col Padre, attirando a sé, dalla Croce, lo sguardo di quanti cercano salvezza. Il suo Cuore trafitto - ricordiamolo sempre - è la fonte inesauribile della divina Carità che perdona, rigenera, ridà la vita.
A questo Cuore, propiziazione per i peccati del mondo, ci conduca Maria. Sia Lei ad avvicinargli ogni anima che soffre per la tristezza del male, e forse dispera di ritrovare l'amicizia con Dio. Cuore Immacolato di Maria, avvicinaci al Cuore Sacratissimo del tuo Figlio Gesù!
[Angelus, 16 giugno 1991]
 
7 giugno
 
Il mese di giugno è segnato, in modo particolare, dalla devozione al Sacro Cuore di Gesù. Celebrare il Cuore di Cristo significa rivolgersi verso il centro intimo della Persona del Salvatore, quel centro che la Bibbia identifica appunto nel suo Cuore, sede dell'amore che ha redento il mondo.
Se già il cuore umano rappresenta un insondabile mistero che solo Dio conosce, quanto più sublime è il Cuore di Gesù in cui pulsa la vita stessa del Verbo! In esso, come suggeriscono riecheggiando le Scritture le belle Litanie del Sacro Cuore, si trovano tutti i tesori della sapienza e della scienza e tutta la pienezza della divinità.
Per salvare l'uomo, vittima della sua stessa disobbedienza, Dio ha voluto donargli un "cuore nuovo", fedele alla sua volontà d'amore (cfr Ger 31,33; Ez 36,26; Sal 50,12). Questo cuore è il Cuore di Cristo, il capolavoro dello Spirito Santo, che incominciò a battere nel grembo verginale di Maria e fu trafitto dalla lancia sulla Croce, diventando in tal modo e per tutti sorgente inesauribile di vita eterna. Quel Cuore è ora pegno di speranza per ogni uomo.
[Angelus 23 giugno 2002]
 
8 giugno
 
Il Cuore del redentore vivifica tutta la Chiesa ed attira gli uomini che hanno aperto i loro cuori “all’inscrutabile ricchezza” di questo unico Cuore. Mediante questo odierno incontro e mediante l’Angelus di quest’ultima domenica del mese di giugno, desidero, in modo particolare, unirmi spiritualmente con tutti coloro che a questo Divin Cuore ispirano particolarmente i loro cuori umani. Numerosa questa famiglia. Non poche Congregazioni, Associazioni, Comunità si sviluppano nella Chiesa e in modo programmatico attingono dal Cuore di Cristo l’energia vitale della loro attività. Questo legame spirituale conduce sempre ad un grande risveglio di zelo apostolico. Gli adoratori del Cuore Divino diventano gli uomini dalla coscienza sensibile. E quando è dato a loro di avere rapporti con il Cuore del nostro Signore e Maestro, allora si risveglia in essi anche il bisogno della riparazione per i peccati del mondo, per l’indifferenza di tanti cuori, per le loro negligenze. 
Quanto è necessaria nella Chiesa questa schiera di cuori vigilanti, perché l’Amore del Cuore Divino non rimanga isolato e non ricambiato! Tra questa schiera meritano una particolare menzione tutti coloro che offrono le loro sofferenze come vive vittime in unione con il Cuore di Cristo trafitto sulla croce. Trasformata così con l’amore, la sofferenza umana diventa un particolare lievito della salvifica opera di Cristo nella Chiesa. 
[Angelus, 24 giugno 1979]

9 giugno
 
“Cuore di Gesù formato dallo Spirito Santo nel seno della Vergine Maria, abbi pietà di noi”.
Così preghiamo nelle litanie al sacratissimo Cuore di Gesù.
Questa invocazione si riferisce direttamente al mistero che meditiamo recitando l’Angelus Domini: per opera dello Spirito Santo è stata formata nel seno della Vergine di Nazaret l’Umanità di Cristo, Figlio dell’Eterno Padre.
Per opera dello Spirito Santo è stato formato in questa Umanità il Cuore! Il Cuore, che è l’organo centrale dell’organismo umano di Cristo e, nello stesso tempo, il vero simbolo della sua vita interiore: del pensiero, della volontà, dei sentimenti. Mediante questo Cuore l’Umanità di Cristo è, in modo particolare, “il tempio di Dio” e contemporaneamente, mediante questo Cuore, essa rimane incessantemente aperta verso l’uomo e verso tutto ciò che è “umano”: “Cuore di Gesù, dalla cui pienezza noi tutti abbiamo ricevuto”.
[Angelus, 27 giugno 1982]
 
10 giugno
 
Il mese di giugno è, in modo particolare, dedicato alla venerazione del Cuore divino. Non soltanto un giorno, la festa liturgica che di solito cade in giugno, ma tutti i giorni. Con ciò si collega la devota prassi di recitare o cantare quotidianamente le litanie al sacratissimo Cuore di Gesù. È la preghiera meravigliosa, integralmente concentrata sul mistero interiore di Cristo: Dio-Uomo.
Le litanie al Cuore di Gesù attingono abbondantemente alle fonti bibliche e, nello stesso tempo, rispecchiano le più profonde esperienze dei cuori umani. Nello stesso tempo, sono preghiera di venerazione e di dialogo autentico. Parliamo in esse del cuore e, nello stesso tempo, permettiamo ai cuori di parlare con questo unico Cuore, che è “fonte di vita e di santità” e “desiderio dei colli eterni”. Con il Cuore che è “paziente e di grande misericordia” e “generoso verso tutti quelli che lo invocano”.
Questa preghiera, recitata e meditata, diventa una vera scuola dell’uomo interiore: la scuola del cristiano. La solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù ci ricorda soprattutto i momenti in cui questo Cuore è stato “trafitto dalla lancia” e, mediante questo, aperto in modo “visibile” all’uomo e al mondo. Recitando le litanie – e in genere venerando il Cuore divino – impariamo il mistero della Redenzione in tutta la sua divina ed insieme umana profondità. Contemporaneamente, diventiamo sensibili al bisogno di Riparazione. Cristo apre verso di noi il suo Cuore perché nella sua riparazione ci uniamo con lui per la salvezza del mondo. Il parlare del Cuore trafitto pronuncia tutta la verità del suo Vangelo e della Pasqua.
Cerchiamo di capire sempre meglio questo parlare. Impariamolo.
[Angelus, 27 giugno 1982]
 
11 giugno
 
Cuore di Gesù, Figlio dell'eterno Padre.
Durante il mese di giugno, la Chiesa trova nel cuore di Cristo l'accesso al Dio che è la santissima Trinità. Al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Questo unico Dio - uno e trino insieme - è un ineffabile mistero della fede.  Veramente egli «abita una luce inaccessibile» (1Tm 6,16). E in pari tempo il Dio infinito ha permesso di farsi abbracciare dal cuore di quell'uomo, il cui nome è Gesù di Nazaret: Gesù Cristo. E attraverso il cuore del Figlio, Dio Padre si avvicina pure ai nostri cuori e viene ad essi.  Così ciascuno di noi è battezzato «nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Ognuno di noi è, fin dall'inizio, immerso nel Dio uno e trino: nel Dio vivente, nel Dio vivificante. Questo Dio lo confessiamo come Spirito Santo che, procedendo dal Padre e dal Figlio, «dà la vita».  Il cuore di Gesù è «formato dallo Spirito Santo nel grembo della Vergine Madre». Dio che «dà la vita», che «si concede all'uomo», ha iniziato l'opera della sua economia salvifica, facendosi uomo. Proprio nel verginale concepimento e nella nascita da Maria ha inizio il suo cuore umano «formato dallo Spirito Santo nel grembo della Vergine Madre».
Questo cuore vogliamo venerare nel corso del mese di giugno. Di questo cuore vogliamo fare un singolare fiduciario per i nostri poveri cuori umani, dei cuori provati in diversi modi, in diversi modi oppressi. E insieme: dei cuori fiduciosi nella potenza di Dio stesso e nella potenza salvifica della santissima Trinità . Maria, Madre vergine, che meglio di noi conosci il cuore divino del tuo Figlio, unisciti a noi  dell'odierna adorazione della santissima Trinità: e insieme nell'umile preghiera per la Chiesa e per il mondo! Tu sola sii la guida di questa nostra preghiera.
[Angelus, 2 giugno 1985]
 
12 giugno
 
«Cuore di Gesù, formato dallo Spirito Santo nel seno della Vergine Maria, abbi pietà di noi».
Troviamo qui l'eco di un articolo centrale nel Credo, in cui professiamo la nostra fede in «Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio», il quale «discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo». La santa umanità di Cristo, dunque, è opera dello Spirito divino e della Vergine di Nazaret. E' opera dello Spirito. Ciò afferma esplicitamente l'evangelista Matteo, riferendo le parole dell'angelo a Giuseppe: «Quel che è generato in Lei (Maria), viene dallo Spirito Santo» (Mt 1,20); e lo afferma pure l'evangelista Luca, riportando le parole di Gabriele a Maria: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su di te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo» (Lc 1,35).  Lo Spirito ha plasmato la santa umanità di Cristo: il suo corpo e la sua anima con tutta l'intelligenza, la volontà, la capacità di amare. In una parola, ha plasmato il suo Cuore. La vita di Cristo è stata posta tutta sotto il segno dello Spirito. E' dallo Spirito che viene a lui la sapienza che riempie di stupore i dottori della legge e i suoi concittadini, l'amore che accoglie e perdona i peccatori, la misericordia che si china sulla miseria dell'uomo, la tenerezza che benedice e abbraccia i bambini, la comprensione che lenisce il dolore degli afflitti. E' lo Spirito che dirige i passi di Gesù, lo sostiene nelle prove, soprattutto lo guida nel suo cammino verso Gerusalemme, dove egli offrirà il sacrificio della nuova alleanza, grazie al quale divamperà il fuoco da lui portato sulla terra (cfr. Lc 12,49).
[ Angelus 2 luglio 1989]
 
13 giugno
 
«Cuore di Gesù, formato dallo Spirito Santo nel seno della Vergine Maria, abbi pietà di noi».
L'umanità di Cristo è anche opera della Vergine. Lo Spirito ha plasmato il Cuore di Cristo nel grembo di Maria, che ha collaborato attivamente con lui come madre e come educatrice:  - come madre, ella ha aderito consapevolmente e liberamente al progetto salvifico di Dio Padre, seguendo trepida, in adorante silenzio, il mistero della vita che in lei era germogliata e si sviluppava;  - come educatrice, ella ha plasmato il Cuore del proprio Figlio, introducendolo, insieme con san Giuseppe, nelle tradizioni del popolo eletto, inspirandogli l'amore alla legge del Signore, comunicandogli la spiritualità dei «poveri del Signore». Ella l'ha aiutato a sviluppare la sua intelligenza e ha esercitato un sicuro influsso nella formazione del suo temperamento. Pur sapendo che il suo Bambino la trascendeva, perché «Figlio dell'Altissimo» (cfr. Lc 1,32), non per questo la Vergine fu meno sollecita della sua educazione umana (cfr. Lc 2,51).  Possiamo pertanto affermare con verità: nel Cuore di Cristo risplende l'opera mirabile dello Spirito Santo; in esso vi sono pure i riflessi del cuore della Madre. Sia il cuore di ogni cristiano come il Cuore di Cristo: docile all'azione dello Spirito, docile alla voce della Madre.
[ Angelus 2 luglio 1989]
 
14 giugno
 
«Cuore di Gesù, unito alla persona del Verbo di Dio, abbi pietà di noi».
L'espressione «Cuore di Gesù» richiama subito alla mente l'umanità di Cristo, e ne sottolinea la ricchezza dei sentimenti, la compassione verso gli infermi; la predilezione per i poveri; la misericordia verso i peccatori; la tenerezza verso i bambini; la fortezza nella denuncia dell'ipocrisia, dell'orgoglio, della violenza; la mansuetudine di fronte agli oppositori; lo zelo per la gloria del Padre e il giubilo per i suoi disegni di grazia, misteriosi e provvidenti.  In riferimento ai fatti della Passione, l'espressione «Cuore di
Gesù» richiama poi la tristezza di Cristo per il tradimento di Giuda, lo sconforto per la solitudine, l'angoscia dinanzi alla morte, l'abbandono filiale e obbediente nelle mani del Padre. E dice soprattutto l'amore che sgorga inarrestabile dal suo intimo: amore infinito verso il Padre e amore senza limiti verso l'uomo. Ora, questo Cuore umanamente così ricco, «è unito - l'invocazione ce lo ricorda - alla Persona del Verbo di Dio». Gesù è il Verbo di Dio incarnato; in lui vi è una sola Persona - quella eterna del Verbo, - sussistente in due nature, la divina e l'umana. Gesù è uno, nella realtà indivisibile del suo essere, ed è, nel contempo, perfetto nella sua divinità, perfetto nella nostra umanità; è uguale al Padre, per quanto concerne la natura divina, uguale a noi, per quanto riguarda la natura umana; vero Figlio di Dio e vero Figlio dell'uomo.
[Angelus, 9 luglio 1989]
 
15 giugno
 
«Cuore di Gesù, unito alla persona del Verbo di Dio, abbi pietà di noi».
Il Cuore di Gesù fin dal momento dell'Incarnazione, è stato e sarà sempre unito alla Persona del Verbo di Dio.  Per l'unione del Cuore di Gesù alla Persona del Verbo di Dio possiamo dire: in Gesù, Dio ama umanamente, soffre umanamente, gioisce umanamente. E viceversa: in Gesù, l'amore umano, la sofferenza umana, la gloria umana acquistano intensità e potenza divine. 3. Riuniti, cari fratelli e sorelle, per la preghiera dell'«Angelus», contempliamo con Maria il Cuore di Cristo. La Vergine visse nella fede, giorno dopo giorno, accanto al suo Figlio Gesù: sapeva che la carne di suo Figlio era fiorita dalla sua carne verginale; ma intuiva che egli, perché «Figlio dell'Altissimo» (Lc 1,32) la trascendeva infinitamente: il Cuore del suo Figlio era, appunto, «unito alla Persona del Verbo». Per questo ella lo amava come Figlio suo e, al tempo stesso, lo adorava come suo Signore e suo Dio. Che ella conceda anche a noi di amare ed adorare il Cristo, Dio e uomo, sopra ogni cosa, «con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente» (cfr. Mt 22,37). In tal modo, seguendo il suo esempio, saremo oggetto delle predilezioni divine e umane del Cuore del suo Figlio.
[Angelus, 9 luglio 1989]
 
 
16 giugno
 
Nell'ora della comune preghiera dell'Angelus ci rivolgiamo, insieme con Maria - mediante il suo cuore immacolato - verso il cuore divino del suo Figlio: cuore di Gesù, tempio santo di Dio; cuore di Gesù, tabernacolo dell'Altissimo. Cuore di un uomo simile a tanti, tanti altri cuori umani e, al tempo stesso, cuore di Dio-Figlio.
Se quindi è vero che ogni uomo «abita», in qualche modo, nel suo cuore, allora nel cuore dell'uomo di Nazaret, di Gesù Cristo, abita Dio. Esso è «tempio di Dio», essendo cuore di quest'uomo. Dio-Figlio è unito con il Padre, come Verbo eterno, «Dio da Dio, luce da luce... generato non creato». Il Figlio è unito con il Padre nello Spirito Santo, che è il «soffio» del Padre e del Figlio ed è, nella divina Trinità, la Persona-Amore.  Il cuore dell'uomo Gesù Cristo è quindi, nel senso trinitario, «tempio di Dio»: è il tempio interiore del Figlio che è unito con il Padre nello Spirito Santo mediante l'unità della divinità. Quanto inscrutabile rimane il mistero di questo cuore, che è «tempio di Dio» e «tabernacolo dell'Altissimo»!
Al tempo stesso, esso è la vera «dimora di Dio con gli uomini», (Ap 21,3), poiché il cuore di Gesù, nel suo tempio interiore, abbraccia tutti gli uomini. Tutti vi abitano, abbracciati dall'eterno amore. A tutti possono essere rivolte - nel cuore di Gesù - le parole del profeta: «Ti ho amato di amore eterno, / per questo ti conservo ancora pietà» (Ger 31,3). Mediante il cuore immacolato di Maria rimaniamo nell'alleanza con il cuore di Gesù, che è «tempio di Dio», il più splendido «tabernacolo dell'Altissimo» e il più perfetto.
[Angelus, 9 giugno 1985]
 
17 giugno
 
Carattere distintivo della nuova umanità redenta da Cristo è la pienezza dell'amore fraterno. In realtà l'Eucaristia è per eccellenza il Sacramento dell'amore, inteso come dono di sé. Senza il nutrimento spirituale che proviene dal Corpo e Sangue di Cristo, l'amore umano rimane sempre inquinato di egoismo. La comunione con il Pane del cielo, invece, converte i cuori e infonde in essi la capacità di amare come ci ha amato Gesù. "Comunione": questa parola, con cui spesso chiamiamo l'Eucaristia, è al riguardo quanto mai significativa. Chi riceve con fede il Corpo di Cristo si unisce intimamente a Lui e, in Lui, a Dio Padre, nell'amore dello Spirito Santo. Dio nell'uomo, l'uomo in Dio. E ciò diventa l'autentico fondamento della comunione nella Chiesa. Come scrive l'apostolo Paolo ai Corinzi: "Poiché c'è un solo pane, noi ... siamo un corpo solo" (1 Cor 10,17).
Gesù, Pane di vita eterna, è disceso dal cielo grazie alla fede di Maria Santissima. Dopo averLo portato in sé con ineffabile amore, Ella ha seguito fedelmente il Verbo incarnato fino alla croce e alla risurrezione. Chiediamo a Maria di aiutarci a riscoprire la centralità dell'Eucaristia, specialmente nel giorno del Signore, per vivere in pienezza la comunione fraterna. A Lei chiediamo, inoltre, di condurci verso la vera unità.
[Angelus, 16 giugno 1991]
 
18 giugno
 
Cuore di Gesù fornace ardente di carità.
Desideriamo, insieme con la Madre di Dio, rivolgere i nostri cuori verso il cuore del suo Figlio divino. Ci parlano profondamente le invocazioni di queste splendide litanie, che recitiamo oppure cantiamo soprattutto nel corso del mese di giugno. La Madre ci aiuti a capire meglio i misteri del cuore del suo Figlio. "Fornace di carità". La fornace arde. Ardendo, brucia ogni materiale, sia legno o altra sostanza facilmente combustibile. Il cuore di Gesù, il cuore umano di Gesù, brucia dell'amore, che lo ricolma. E questo è l'amore per l'eterno Padre e l'amore per gli uomini: per le figlie e i figli adottivi. La fornace, bruciando, a poco a poco si spegne. Il cuore di Gesù invece è fornace inestinguibile. In questo assomiglia a quel "roveto ardente" del libro dell'Esodo, nel quale Dio si rivelo a Mosè. Il roveto che ardeva nel fuoco, ma... non si "consumava" (Es 3,2). Infatti, l'amore che arde nel cuore di Gesù è soprattutto lo Spirito Santo, nel quale il Dio-Figlio si unisce eternamente al Padre. Il cuore di Gesù, il cuore umano di Dio-uomo, è abbracciato dalla "fiamma viva" dell'amore trinitario, che non si estingue mai. Cuore di Gesù, fornace ardente di carità. La fornace, mentre arde, illumina le tenebre della notte e riscalda i corpi dei viandanti raggelati.
[Angelus, 23 giugno 1985]
 
19 giugno
 
Cuore di Gesù, "santuario di giustizia e di carità".
La preghiera dell'Angelus ci ricorda ogni volta quel momento salvifico, nel quale, sotto il cuore della Vergine di Nazaret, ha incominciato a battere il cuore del Verbo, del Figlio di Dio. Nel suo seno egli si è fatto uomo, per opera dello Spirito Santo. Nel seno di Maria è stato concepito l'uomo ed è stato concepito il cuore.
Questo cuore è - cosi come ogni cuore umano - un centro, un santuario nel quale pulsa con un ritmo speciale la vita spirituale. Cuore, insostituibile risonanza di tutto cio che sperimenta lo spirito dell'uomo. Ogni cuore umano è chiamato a pulsare col ritmo della giustizia e della carità. Da ciò viene misurata la vera dignità dell'uomo.
Il cuore di Gesù batte col ritmo della giustizia e dell'amore secondo la stessa misura divina! Questo è appunto il cuore del Dio-uomo. In lui si deve compiere fino alla fine ogni giustizia di Dio verso l'uomo, e anche, in un certo senso, la giustizia dell'uomo verso Dio. Nel cuore umano del Figlio di Dio viene offerta all'umanità la giustizia di Dio stesso. Questa giustizia è al tempo stesso il dono dell'amore. Mediante il cuore di Gesù l'amore entra nella storia dell'umanità come amore sussistente: "Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito" (Gv 3,16).
Desideriamo fissare con gli occhi della Vergine immacolata la luce di quell'ammirabile mistero: la giustizia che si rivela come amore! Amore che riempie fino all'orlo ogni misura della giustizia! E la oltrepassa! Preghiamo: perché mediante il tuo cuore, o Genitrice di Dio, il cuore di Gesù come "santuario di giustizia e di carità", diventi per noi tutti "via, verità e vita".
[Angelus, 14 luglio 1985]
 
 
20 giugno
 
Cuore di Gesù, "traboccante di bontà e di amore".
Desideriamo Domini, rivolgerci al cuore di Cristo, seguendo le parole delle litanie. Desideriamo parlare al cuore del Figlio mediante il cuore della Madre. Che cosa vi puo essere di più bello del colloquio di questi due cuori? Ad esso vogliamo partecipare. Il cuore di Gesù è "fornace ardente di carità", perché la carità possiede qualcosa della natura del fuoco, il quale arde e brucia per illuminare e riscaldare. Al tempo stesso, nel sacrificio del Calvario il cuore del Redentore non è stato annientato con il fuoco della sofferenza. Anche se umanamente è morto, come accerto il centurione romano trafiggendo con la lancia il costato di Cristo, nell'economia divina della salvezza questo cuore è rimasto vivo, come ha manifestato la risurrezione.
 Ed ecco, proprio il cuore vivo del Redentore risorto e glorificato è "traboccante di bontà e di amore": infinitamente e sovrabbondantemente traboccante. Il traboccare del cuore umano raggiunge in Cristo il metro divino. Così fu questo cuore già durante i giorni della vita terrena. Lo testimonia quanto è narrato nel Vangelo. La pienezza della carità si manifesta attraverso la bontà: attraverso la bontà irradiava e si diffondeva su tutti, prima di tutto sui sofferenti e poveri. Su tutti secondo le loro necessità e aspettative più vere. E tale è il cuore umano del Figlio di Dio anche dopo l'esperienza della croce e del sacrificio. Anzi, ancora di più: traboccante d'amore e di bontà.
[Angelus, 21 luglio 1985]
 
21 giugno
 
Cuore di Gesù - "abisso di tutte le virtù".
Sotto il cuore della Madre è stato concepito l'uomo. Il Figlio di Dio è stato concepito come uomo. Per venerare il momento di questo concepimento, cioè il mistero dell'incarnazione, ci uniamo nella preghiera dell'Angelus Domini. Alla luce del momento del concepimento, alla luce del mistero dell'incarnazione guardiamo a tutta la vita di Gesù, nato da Maria. Cerchiamo, seguendo le invocazioni delle litanie, di descrivere in un certo senso questa vita dall'interno: attraverso il cuore. Il cuore decide della profondità dell'uomo. E, in ogni caso, esso indica il metro di questa profondità, sia nell'esperienza interiore di ciascuno di noi, come pure nella comunicazione interumana. La profondità di Gesù Cristo, indicata col metro del suo cuore è incomparabile. Supera la profondità di qualsiasi uomo, perché è non soltanto umana, ma al tempo stesso divina. Questa divina-umana profondità del cuore di Gesù è la profondità delle virtù. di tutte le virtù. Come un vero uomo Gesù pronuncia l'interiore linguaggio del suo cuore mediante le virtù. Infatti, analizzando la sua condotta si possono scoprire ed identificare tutte queste virtù, come, storicamente, emergono dalla conoscenza della morale umana, come le virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza), e le altre che ne derivano. L'invocazione delle litanie parla in forma molto bella di un "abisso" delle virtù di Gesù. Questo abisso, questa profondità significa un particolare grado della perfezione di ciascuna delle virtù e la sua particolare potenza. Questa profondità e potenza di ciascuna delle virtù proviene dall'amore. Quanto maggiormente tutte le virtù sono radicate nell'amore, tanto più grande è la loro profondità. Occorre aggiungere che, oltre l'amore, anche l'umiltà decide della profondità delle virtù. Gesù disse: "Imparate da me, che sono mite e umile di cuore" (Mt 11,29).
[Angelus, 28 luglio 1985]
 
22  giugno
 
"Cuore di Gesù, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza".
Questa invocazione delle litanie del Sacro Cuore, tratta dalla Lettera ai Colossesi (2,3), ci fa comprendere la necessità di andare al cuore di Cristo per entrare nella pienezza di Dio. La scienza, di cui si parla, non è la scienza che gonfia, fondata sulla potenza umana. E' sapienza divina, un mistero nascosto per secoli nella mente di Dio, creatore dell'universo. E' una scienza, nuova, nascosta ai sapienti e agli intelligenti del mondo, ma rivelata ai piccoli, ricchi di umiltà, semplicità, purezza di cuore. Questa scienza e questa sapienza consistono nel conoscere il mistero del Dio invisibile, che chiama gli uomini a essere partecipi della sua divina natura e li ammette alla comunione con sé. Noi sappiamo tali cose perché Dio stesso si è degnato di rivelarle a noi per mezzo del Figlio, che è sapienza di Dio. Tutte le cose, che stanno sulla terra e nei cieli, sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. La sapienza di Cristo è più grande di quella di Salomone. Le sue ricchezze sono imperscrutabili. Il suo amore sorpassa ogni conoscenza. Ma con la fede siamo in grado di comprenderne, insieme con tutti i santi, l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza, la profondità. Conoscendo Gesù, conosciamo anche Dio. Chi vede lui, vede il Padre. Con lui l'amore di Dio è sparso nei nostri cuori. La scienza umana è come l'acqua delle nostre fonti: chi ne beve, torna ad avere sete. La sapienza e la scienza di Gesù, invece, aprono gli occhi della mente, muovono il cuore nella profondità dell'essere e generano l'uomo all'amore trascendente; liberano dalle tenebre dell'errore, dalle macchie del peccato, dal pericolo della morte, e conducono alla pienezza della comunione di quei beni divini, che trascendono la comprensione della mente umana. Con la sapienza e la scienza di Gesù, noi siamo radicati e fondati nella carità. Si crea l'uomo nuovo, interiore, il quale mette Dio al centro della propria vita e se stesso al servizio dei fratelli. E' il grado di perfezione che raggiunse Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, esempio unico di creatura nuova, arricchita della pienezza di grazia e pronta a realizzare la volontà di Dio: "Ecco l'ancella del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola". Ed è per questo che noi la invochiamo "Sede della sapienza".
[Angelus,  1 settembre 1985]
 
23 giugno
 
Cuore di Gesù, nel quale il Padre si è compiaciuto. Pregando così, particolarmente ora, nel mese di giugno, meditiamo su quel compiacimento eterno che il Padre ha nel Figlio: Dio in Dio, Luce nella Luce. Tale compiacimento significa pure Amore: questo Amore al quale tutto cio che esiste deve la sua vita: senza di esso, senza Amore, e senza il Verbo-Figlio, "niente è stato fatto di tutto cio che esiste" (Jn 1,3). Questo compiacimento del Padre ha trovato la sua manifestazione nell'opera della creazione, in particolare in quella dell'uomo, quando Dio "vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa buona... era cosa molto buona" (Gn 1,31). Non è dunque il Cuore di Gesù quel "punto" in cui pure l'uomo puo ritrovare piena fiducia in tutto cio che è creato? Vede i valori, vede l'ordine e la bellezza del mondo. Vede il senso della vita.
Cuore di Gesù, nel quale il Padre si è compiaciuto. Ci rechiamo alla riva del Giordano. Ci rechiamo al monte Tabor. In entrambi gli avvenimenti descritti dagli evangelisti si sente la voce del Dio invisibile, ed è la voce del Padre: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo" (Mt 17,5).
L'eterno compiacimento del Padre accompagna il Figlio, quando egli si è fatto uomo, quando ha accolto la missione messianica da svolgere nel mondo, quando diceva che il suo cibo era compiere la volontà del Padre. Alla fine Cristo ha compiuto questa volontà facendosi obbediente fino alla morte di croce, e allora quell'eterno compiacimento del Padre nel Figlio, che appartiene all'intimo mistero del Dio-Trino, è diventato parte della storia dell'uomo. Infatti il Figlio stesso si è fatto uomo, e in quanto tale ha avuto un cuore d'uomo, con il quale ha amato e ha risposto all'amore. Prima di tutto all'amore del Padre. E percio su questo cuore, sul Cuore di Gesù, si è concentrato il compiacimento del Padre. E' il compiacimento salvifico. Infatti il Padre abbraccia con esso - nel cuore del Suo Figlio - tutti coloro per i quali questo Figlio è diventato uomo, Tutti coloro per i quali ha il cuore. Tutti coloro per i quali è morto e risorto. Nel Cuore di Gesù l'uomo e il mondo ritrovano il compiacimento del Padre. Questo è il cuore del nostro Redentore. E' il cuore del Redentore del mondo.
[Angelus, 22 giugno 1986]
 
24 giugno
 
«Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fin dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome» (Is 49,1).  Oggi la Chiesa celebra la natività di san Giovanni Battista. Questa natività è, al tempo stesso, vocazione. Già nel grembo di sua madre Elisabetta, moglie di Zaccaria, Giovanni è stato chiamato per nome da Dio. Egli doveva presentarsi sulla strada della divina rivelazione come l'ultimo dei profeti dell'antica alleanza e, al tempo stesso, come il precursore di Gesù Cristo, nel quale si compie la nuova ed eterna alleanza di Dio con l'umanità.  Nel giorno della circoncisione di Giovanni, suo padre Zaccaria, nell'inno di ringraziamento a Dio, pronunciò le seguenti parole: «E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade» (Lc 1,76).  La Chiesa, fin dai tempi più antichi, ha circondato di particolare venerazione san Giovanni Battista, la sua vocazione e la sua speciale missione. In questa vocazione e missione la Chiesa ritrova se stessa come l'erede dell'antica alleanza e, in pari tempo, si sente chiamata a rendere testimonianza a Gesù Cristo, agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo (cfr. Gv 1,29).  «Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista» (Mt 11,11).
[Angelus, 24 giugno 1984]
 
25 giugno
 
"Cuore di Gesù, dalla cui pienezza noi tutti abbiamo attinto".
Raccolti per recitare l'Angelus, ci uniamo a Maria nel momento dell'annunciazione, quando il Verbo si fece carne e venne ad abitare sotto il suo cuore: il cuore della Madre. Ci uniamo quindi al cuore della Madre, che dal momento del concepimento conosce meglio il cuore umano del suo divin Figlio: "Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia", cosi scrive l'evangelista Giovanni (1,16).
Che cosa determina la pienezza del cuore? Quando possiamo dire che il cuore è pieno? Di che cosa è pieno il cuore di Gesù? E' pieno d'amore. L'amore decide di questa pienezza del cuore del Figlio di Dio, alla quale ci rivolgiamo nella preghiera. E' un cuore pieno di amore del Padre: pieno in modo divino e insieme umano. Infatti il cuore di Gesù è veramente il cuore umano di Dio Figlio. E' quindi pieno di amore filiale: tutto cio che egli ha fatto e detto sulla terra, rende testimonianza proprio a tale amore filiale. Nello stesso tempo l'amore filiale del cuore di Gesù ha rivelato - e rivela continuamente al mondo - l'amore del Padre. Il Padre "infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito" per la salvezza del mondo; per la salvezza dell'uomo, perché egli "non muoia, ma abbia la vita eterna" (Jn 3,16). Il cuore di Gesù è quindi pieno d'amore per l'uomo. E' pieno d'amore per la creatura. Pieno d'amore per il mondo. Quanto è pieno! Questa pienezza non si esaurisce mai. Quando l'umanità attinge alle risorse materiali della terra, dell'acqua, dell'aria, queste risorse diminuiscono e poco a poco si esauriscono.
[Angelus, 13 luglio 1986]
 
26 giugno
 
"Cuore di Gesù, desiderio dei colli eterni...".
Nel corso di queste domeniche, mentre ci raccogliamo per la preghiera di mezzogiorno, recitiamo le litanie del sacro Cuore in unione particolare con la Madre di Gesù. L'Angelus domenicale infatti è il nostro appuntamento di preghiera con Maria. Insieme a lei ricordiamo l'annunciazione, che fu certamente un avvenimento decisivo nella sua vita. Ed ecco, nel centro di quest'avvenimento, scopriamo il cuore. Si tratta dell'amore del Figlio di Dio, che dal momento dell'incarnazione inizia a svilupparsi sotto il cuore della Madre insieme con il cuore umano del suo Figlio.
E' questo cuore "desiderio" del mondo? Guardando il mondo cosi come visibilmente ci circonda, dobbiamo constatare con san Giovanni che esso è sottomesso alla concupiscenza della carne, alla concupiscenza degli occhi e alla superbia della vita (cfr. 1Jn 2,16) e questo "mondo" sembra essere lontano dal desiderio del cuore di Gesù. Non condivide i suoi desideri. Rimane estraneo e, a volte, addirittura ostile nei suoi confronti. Questo è il "mondo", di cui il Concilio dice che è "posto sotto la schiavitù del peccato" ("Gaudium et Spes", 2). E lo dice in conformità con l'intera rivelazione, con la Sacra Scrittura e con la Tradizione (e perfino, diciamo pure, con la nostra esperienza umana). Contemporaneamente, tuttavia, lo stesso "mondo" è stato chiamato all'esistenza per amore del Creatore e per questo amore esso è costantemente mantenuto nell'esistenza. Si tratta del mondo come l'insieme delle creature visibili e invisibili, e in particolare "l'intera famiglia umana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa vive" ("Gaudium et Spes", 2). E' il mondo che, proprio a causa della "schiavitù del peccato", è stato sottomesso alla caducità - come insegna san Paolo - e, per questo, geme e soffre nelle doglie del parto, attendendo con impazienza la rivelazione dei figli di Dio, poiché soltanto su una tale strada puo essere veramente liberato dalla schiavitù della corruzione, per partecipare alla liberà e alla gloria dei figli di Dio (cfr. Rm 8,19-22).
[Angelus, 20 luglio 1986]
 
27 giugno
 
Durante il mese di giugno abbiamo avuto modo di riflettere sul mistero dell'amore di Dio, manifestato al mondo nel Cuore di Cristo Sappiamo e crediamo che il Signore Gesù ci ha amati e ci ama di un amore eterno e misericordioso, e per questo ci colma di ogni dono di grazia. Oggi, nella preghiera dell' Angelus, vogliamo soffermarci a considerare la vocazione del cristiano come risposta a questo amore. Questa risposta si concretizza soprattutto attraverso la preghiera e la sofferenza riparatrice.
 Il mistero della redenzione, che si realizza nella Croce, permane sempre vivo nella Chiesa, la quale è conscia che ciascuno dei suoi figli deve prender su di sé la sua parte di sofferenza per riparare, insieme con Cristo, i peccati del mondo. Essa, pertanto, mentre annuncia all'umanità le ricchezze del Cuore di Gesù ed invita ad avvicinarsi con piena fiducia al trono della grazia per trovarvi aiuto al momento opportuno (cfr. Eb 4,16), chiede pure ai cristiani di condividere l'infinita carità del redentore e di partecipare alla sua opera per la salvezza del mondo. Quanti cristiani generosi, toccati da questo invito, hanno saputo e sanno offrirsi, in unione con Cristo, come vittime per la salvezza dei fratelli e completano nella propria carne quello che manca ai suoi patimenti, a favore del suo corpo che è la Chiesa (cfr. Col 1,24)! Il loro esempio, come percorre tutta la storia della Chiesa, così è tuttora valido e stimolante.
La Vergine Maria, presente ai piedi della Croce, è per tutti noi il modello più alto per la sua diretta partecipazione alla passione di Cristo, dal cui Cuore squarciato si riversa sul mondo la grazia che salva.
[30 giugno 1991]
 
28 giugno
 
Durante tutto il mese di giugno la Chiesa ha messo davanti a noi i misteri del Cuore di Gesù, Dio-Uomo. Questi misteri sono enunziati in modo penetrante nelle litanie del Sacratissimo Cuore, che possono essere cantate, possono essere recitate, ma soprattutto debbono essere meditate. Negli ultimi giorni del mese di giugno tutti questi misteri sono stati proposti nella loro globalità dalla liturgia della solennità del
Sacratissimo Cuore. Ecco le parole di san Giovanni apostolo: «Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati... perché noi avessimo la vita per lui» (1Gv 4,9-10).
V'è qui la sintesi di tutti i misteri nascosti nel Cuore del Figlio di Dio: l'amore «preveniente», l'amore «soddisfattorio», l'amore vivificante.  Questo Cuore pulsa con il sangue umano, che è stato versato sulla croce. Questo Cuore pulsa con tutto l'inesauribile amore che è eternamente in Dio. Con questo amore esso è sempre aperto verso di noi, attraverso la ferita che vi ha aperto la lancia del centurione sulla croce.  «Se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri» (1Gv 4,11): l'amore fa nascere l'amore, sprigiona l'amore e si realizza mediante l'amore. Ciascuna particella di vero amore nel cuore umano ha in sé qualcosa di ciò di cui il Cuore del Dio-Uomo è colmo senza limiti.
Tu, o Madre di Cristo, hai ubbidito per prima a questa chiamata. Meditando, nella preghiera dell'Angelus, sul mistero dell'Annunciazione, ti preghiamo: insegnaci ad aprire i nostri cuori all'amore che è nel Cuore di Gesù, come tu gli hai aperto il Cuore sin dal primo «fiat».
[Angelus, 1 luglio 1984]
 
29 giugno
 
Oggi la Chiesa celebra la solennità dei Santi Pietro e Paolo. Facendone memoria, la Chiesa torna alle sorgenti, quasi a cercare la freschezza e l'entusiasmo della prima ora. In realtà, la sorgente è una sola: il Cristo! E’ Lui il cuore della Chiesa, tutto il suo bene. Ma come incontrarlo, senza coloro che egli ha scelto come apostoli, ponendoli a fondamento della sua comunità? Senza di essi, mancherebbe il necessario anello di congiunzione tra noi e il Maestro. Eminenti tra gli apostoli sono Pietro e Paolo. A Pietro fu dato di essere la "roccia" su cui poggia per sempre la fede e l'unità della Chiesa. "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa" (Mt 16,18). Paolo fu chiamato ad essere apostolo delle genti, annunciatore della grazia di Cristo, infaticabile costruttore di comunità animate dallo Spirito di Dio. Due vocazioni complementari. Due personalità di prima grandezza. Due esistenze afferrate da Cristo. Volendo sintetizzare il senso della sua vita, Paolo lo espresse con questa affermazione, che anche Pietro avrebbe potuto far sua, e che rimane il programma della Chiesa di tutti i tempi: Per me vivere è Cristo! (Fil 1,21).
[Angelus, 29 giugno 1994]
 
30 giugno
 
"Cuore di Gesù, generoso verso coloro che ti invocano"! Ci raccogliamo o Madre di Cristo, l'avvenimento che ebbe luogo a Cana di Galilea. Questo avvenne all'inizio dell'attività messianica. Gesù era stato invitato, insieme a te e ai suoi primi discepoli, alle nozze. E quando venne a mancare il vino, tu, Maria, dicesti a Gesù; Figlio, "non hanno più vino" (Jn 2,3). Tu conoscevi il suo cuore. Sapevi che esso è generoso verso coloro che lo invocano. Con la tua preghiera a Cana di Galilea hai fatto si che il cuore di Gesù si rivelasse nella sua generosità. Questo è il cuore generoso, poiché in esso abita infatti la pienezza; abita in Cristo vero uomo la pienezza della divinità; e Dio è Amore. E' generoso perché ama - e amare vuol dire elargire, vuol dire donare. Amare vuol dire essere dono. Vuol dire essere per gli altri, essere per tutti, essere per ciascuno. Per ciascuno che chiama. Chiama, a volte, perfino senza parole. Chiama per il fatto di mettere a nudo tutta la sua verità e, in questa verità, chiama l'amore! La verità ha la forza di chiamare l'amore. Mediante la verità hanno la forza di chiamare all'amore tutti coloro che sono "poveri in spirito", che "hanno fame e sete della giustizia", che, essi stessi, sono misericordiosi. Tutti costoro - e tanti altri ancora - hanno un meraviglioso "potere" sull'amore. Tutti quelli fanno si, che l'amore si comunichi, si doni e si manifesti cosi la generosità del cuore. Tra tutti coloro, tu, Maria, sei la prima. Cuore di Gesù, generoso verso coloro che ti invocano! Mediante questa generosità l'amore non si esaurisce, ma cresce. Cresce costantemente. Tale è la natura misteriosa dell'amore. E tale è pure il mistero del cuore di Gesù, che è generoso verso tutti. Si apre per tutti e per ciascuno. Si apre completamente da se stesso. E in questa generosità non si esaurisce. La generosità del cuore rende testimonianza al fatto che l'amore non è soggetto alle leggi della morte, ma alle leggi della risurrezione e della vita. Rende testimonianza al fatto che l'amore cresce con l'amore. Tale è la sua natura.
[Angelus, 3 agosto 1986]