Giovanni Paolo II
In memoria patris

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Se n’è andato 15 anni fa;
se ne è andato dopo circa dieci anni di alti e bassi in salute.
Ma è stato sempre il Papa di 27 anni del mio sacerdozio.
Lucido, attento, immolato!
 
Ha offerto la sua esistenza ultima

per “consolare” il suo Dio,
per confermare i fratelli nella fede,
per testimoniare il valore della sofferenza,
per dire che vale la pena di vivere,
per dare senso alla fine.
 
E’ questo il Papa che ha orientato
il mio ministero sacerdotale:
guidato dai suoi insegnamenti;
incoraggiato dalla sua parola;
al suo servizio presso la Curia romana;
amato da Lui.
 
L’ho incontrato l’ultima volta

nel mese di febbraio 2005:
mi ha guardato,
mi ha accarezzato,
mi ha benedetto.
E’ stato la ricompensa più bella per il libro
che avevo scritto sul suo Magistero
e che avevo consegnanto nelle sue mani.
 
Ora non c’è più, almeno vivo, sulla terra;

non vedrò più il suo volto,

non udrò più la sua voce;
mi sentirò un poco più solo,
anche se la fede mi dice
che lui è vivo in Dio!
 
Celebrare la Messa per Lui
senza dire il Suo nome,
ma pronunciandolo solo
nel ricordo dei fedeli defunti
è una stretta al cuore.
Ma è la preghiera per il Papa;
mi verrebbe da dire al Papa.
Sì; Lui vicino a Dio già intercede
per la Chiesa che ha amato e servito.

Ora - dopo Benedetto che ho amato con la stessa intensità effettiva e affettiva -
è Francesco  il Vicario di Cristo;

a lui la  mia stessa fedeltà,

il mio ossequio,

il mio amore.

 
Benedicimi Santo Papa Giovanni Paolo,
sostieni ancora il mio sacerdozio.
Sorreggimi e confortami nell’impegno
di vivere i tuoi insegnamenti
in modo fedele e coerente

Benedici il tuo successore papa Francesco

e il papa emerito Benedetto XVI

intercedi per Loro vita e salute,

conforto e consolazione.

 

Benedici la Chiesa.

 
E tu, Padre,
benedici tutti dal paradiso,

dove il 27 aprile 2015 le schiere degli angeli e dei santi

hanno fatto festa con te per il pubblico riconoscimento

della tua santità