La Domenica delle palme

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Quella che noi chiamiamo domenica delle palme, in verità è la domenica di Passione e l’inizio della Settimana Santa: inizia un vero itinerario spirituale. Questa settimana si chiama “santa” poiché in essa si celebrano i santi misteri della nostra redenzione: la passione la morte e la risurrezione di Gesù Cristo. Anno dopo anno la Chiesa convoca il popolo fedele a commemorare, a contemplare e a celebrare con fede viva questa verità centrale del “Credo” cristiano: il mistero pasquale, la pasqua, cioè “il passaggio” del Signore dalla morte alla vita.

La Domenica delle palme, infatti, è preludio e precònio della celebrazione della Pasqua: il passaggio dalle tenebre alla luce, dalla umiliazione alla gloria, dal peccato alla grazia, dalla morte alla vita.

La Domenica di Passione – meglio conosciuta come Domenica delle Palme – inaugura la Settimana Santa.

 

In questo giorno la Chiesa celebra l'ingresso di Gesù Cristo a Gerusalemme per compiere il suo mistero pasquale.

 

La Settimana Santa si inaugura con un gesto del Signore: l'ingresso messianico di Gesù a Gerusalemme. Questo racconto dice che tutto ciò che accadrà questa settimana ricorderà l'opera di Dio che salva le nostre vite. E quest'opera di salvezza non è un atto esteriore di Dio che decide di inviare dal cielo la sua potenza salvifica per salvare la sua creatura. Piuttosto è uno straordinario atto d’amore di Dio che ha tanto amato l'uomo da mandare il suo unico Figlio Gesù, nato dalla Vergine Maria, per salvarci e ricondurci a lui.

 

Questo fa della Settimana Santa un'occasione di redenzione e di salvezza di tutti i nostri dolori che si riassumono nella morte di Cristo. Gesù porta con sé tutto il dolore dell'umanità. Lo fa suo affinché possiamo essere accompagnati nel nostro cammino di dolore. La profezia di Isaia anticipa questa aspetto che il Salvatore deve attraversare per redimerci. 

 

I quattro evangelisti raccontano questo evento e ne sottolineano l'importanza. Gesù è presentato come il Re-Messia che entra e prende possesso della sua città.

Ma non entrò come un re guerriero che avanza con il suo grande esercito, ma come un Messia umile e mite, adempiendo così la profezia di Zaccaria (9,9): «Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d'asina».

 

La processione. La caratteristica della processione è la gioia, gioia che anticipa la Pasqua. È una processione in onore di Cristo Re. Ecco perché gli ornamenti sono rossi e si cantano inni e acclamazioni a Cristo. La Chiesa compie gli eventi della prima Domenica delle Palme: quanto si legge nel Vangelo viene vissuto subito dopo nella processione.  

La processione non è semplice ostentazione, ma qualcosa di molto reale; in un certo senso, più reale dell'evento originario stesso, perché la Chiesa, celebrando questo evento con fede e devozione, celebra il mistero che in esso è nascosto.

 

Il Re che acclamiamo non è una figura storica, ma colui che vive e regna per sempre. Il significato dell'ingresso trionfale di Cristo si percepisce solo dalla fede. Gesù entrò nella Città Santa per compiere la sua opera messianica, per soffrire, morire e risorgere. 
 

"Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna in alto!"

In ogni celebrazione eucaristica ripetiamo questa acclamazione all'inizio della preghiera eucaristica. La venuta di Cristo nel mistero eucaristico avviene quotidianamente. Nella processione della Domenica delle Palme, la Chiesa, rappresentata in ogni assemblea liturgica, esce per accogliere e accogliere Cristo in modo speciale.  

La processione è in un ceto senso anticipazione della domenica di Pasqua.
La gioia e il trionfo della Pasqua spezzano così la liturgia piuttosto cupa della Domenica delle Palme.
Le palme che vengono benedette e portate in processione, sono emblemi di vittoria.

 

Oggi onoriamo Cristo, il re trionfante, portando questi mazzi di fiori. Il responsorio che viene cantato entrando in chiesa menziona esplicitamente la risurrezione: "Quando il Signore entrò nella città santa, i bambini ebrei profetizzarono la risurrezione di Cristo". 

Nella processione della Domenica delle Palme, la Chiesa, oltre a commemorare un evento passato e celebrare una realtà presente, anticipa anche il suo compimento finale.


La Chiesa attende la piena realizzazione del mistero alla fine dei tempi. Questa nota escatologica è contenuta nella preghiera che viene recitata nella benedizione dei mazzi di fiori.

A tutti coloro che accompagneranno Cristo acclamandolo con canti, concedi di entrare nella Gerusalemme del cielo per mezzo di lui.

 

Una delle richieste di lode, rivolta a Cristo, contiene anche questo anelito alla pienezza futura.
Tu che sei salito a Gerusalemme per soffrire la passione ed entrare così nella gloria, conduci la tua Chiesa alla Pasqua eterna.

 

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