Credere è fidarsi di qualcuno

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Si sente dire spesso: "Non ho la fede. Io non credo" A chi si esprime in codesto modo, si può rispondere che non è vero. La fede in qualcuno è necessaria per vivere. Tutti hanno bisogno di credere e di essere creduti. E’ indispensabile potersi fidare di qualcuno a cui appoggiarsi e di qualcuno in cui trovare un punto di riferimento. Al tempo stesso questo qualcuno deve essere ritenuto affidabile. Se nessuno credesse in noi e noi in nessuno potremmo impazzire.


Ora, questa relazionalità della fede si applica anche alla sfera del soprannaturale. Abbiamo bisogno di credere in un dio. Tutti noi abbiamo un assoluto che relativizza tutto il resto. A questo assoluto dedichiamo tempo e attenzione. Come gli antichi anche noi offriamo sacrifici al nostro dio particolare.


Il vero credente non è colui che crede in qualcosa solo per il fatto che  “debba esserci qualcosa". Il cristiano crede in Qualcuno che adora come il fondamento di tutto e di se stesso. Lo riconosce come propria origine e proprio destino. Il credente sa e confessa che Dio ha creduto in lui e lui può credere in Dio. E che di Dio si può fidare!


Molti considerano la fede come nemica della ragione, quando – invece – è la sua migliore alleata. Altri vedono la fede come alienazione dell'uomo, quando – invece - è il mezzo e il segno della realizzazione della vita personale e comunitaria.

La fede è un dono e un impegno. Non è un qualcosa di acquisito una volta per tutte: è un cammino che deve essere percorso ogni giorno.

Nella sua lettera la Porta della fede, l’amato papa Benedetto descrive la fede facendo riferimento ai suoi effetti sulla integrità della persona la cui vita è rinnovata e purificata da essa: "La fede che si rende operosa per mezzo della carità” (Gal 5,6) diventa un nuovo criterio di intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell’uomo”(PF 10).

 

La fede è una risposta a una chiamata di Dio. La chiamata a essere noi stessi e a uscire da noi stessi. Questo rinnovamento delle persona sgorga dalla risurrezione di Cristo e va unito all'amore. Il Papa scrive che " il cuore indica che il primo atto con cui si viene alla fede è dono di Dio e azione della grazia che agisce e trasforma la persona fin nel suo intimo". (PF 10).


A volte la fede è considerata come un semplice sentimento, intimo, personale e incontrollabile. Tutti sanno che l'amore è più di un sentimento: è un impegno. Il Papa, riferendosi alla fede, dice che “la fede implica una testimonianza ed un impegno pubblici. Il cristiano non può mai pensare che credere sia un fatto privato" (PF 10).


La cultura corrente diffonde spesso l’idea che sia possibile credere senza conoscere né molto meno dar conto delle verità che si dice di credere. Come se si trattasse di una fede puramente formale, senza contenuto. Secondo la lettera apostolica la Porta della fede quando si crede, si accetta liberamente tutto il mistero della fede, perché garante della sua verità è Dio stesso che si rivela e permette di conoscere il suo mistero di amore" (PF 10).

 

In questo anno della fede siamo chiamati a domandarci in che cosa n crediamo e perché. E, naturalmente, per cercare di studiare il cosa e il perché di ciò che crediamo