Compiti per le vacanze?

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No grazie!
Sono stato richiesto di riflettere, dal punto di vista psico-pedagogico, sulla circolare ministeriale del ministro dell'Istruzione Marco Bussetti tesa ad alleggerire gli alunni dal peso dei “compiti delle vacanze”.
Ho già risposto: No, grazie! Niente compiti. Piena adesione alla circolare del Ministro. E per molte ragioni.
 
La prima: bisogna che gli alunni della scuola primaria lavorino a scuola. E’ la scuola l’agenzia educativa idonea dove gli alunni hanno a disposizione il tempo, gli insegnanti, i mezzi didattici, la possibilità di fare domande e chiarire i dubbi.
 
La seconda: anche e soprattutto nel tempo delle nuove tecnologie, in costante evoluzione, i compiti a casa rischiano di accentuare le differenze tra gli alunni. Non tutti gli alunni hanno “la stessa famiglia” disponibile ad aiutarli. A partire proprio dalla presenza, dal grado di istruzione, dalla disponibilità di sussidi didattici, ecc.
 
La terza: la scuola primaria è ormai scuola a tempo pieno. A scuola i ragazzi trascorrono già un sacco di ore! Come si può pensare che un alunno dopo otto ore di presenza a scuola, costretto in un’aula, “imprigionato”in un banco, torni a casa e non abbia di meglio che dover fare i compiti per il giorno dopo?  
 
No amici! La maggior parte dell’apprendimento di un alunno della scuola primaria deve essere fatto a scuola. E ovviamente con attenzione speciale per una didattica più attiva, coinvolgente, orientata allo stupore, alla meraviglia, alla scoperta. E’ il vecchio modello di didattica direttiva e di apprendimento che deve essere rivisitato.
 
Gli insegnanti debbono liberarsi dalla prigionia dei “programmi annuali” e  dei libri di testo. Dovrebbero, al contrario o prevalentemente, fornire le strategie fondamentali per suscitare curiosità.
 
Tuttavia, senza entrare nell’orizzonte arduo della risignificazione e della riqualificazione della didattica, occorre rispondere alla domanda iniziale: allora, niente compiti per Natale?
Risposta: niente compiti “classici”. Al riguardo l’insegnante potrà profittare delle vacanze di Natale offrendo all’alunno un elenco di “cose da fare” più che altro suggerite ai genitori:
-    Un libro da leggere (titolo e autore)
-    Un film significativo da vedere (titolo)
-   L’osservazione di tradizioni, usi e costumi legati alle festività di Natale e Capodanno captati anche dai servizi televisivi mandati in onda in codesta circostanza, esplorando, così “altri mondi” anche lontani dal proprio campanile.
-  La visita ad alcuni presepi della zona costruiti in luoghi pubblici al fine di sottolineare  stili, tecniche di costruzione, ecc
-    Se si ha la possibilità di fare sport in montagna si può apprendere dal vivo e in presa diretta la differenza tra valle, pendio, crinale, cima, ecc
-    Un giro in bicicletta e imprimere nella memoria tutto ciò che si vede e si osserva.
 
Al ritorno a scuola, gli alunni che descriveranno le esperienze più originali potrebbero essere premiato.
 
A ben vedere, l’obiettivo fondamentale è crescere culturalmente prima ancora che nozionisticamente:
-    è imparare nuove cose nuove che non sono solo quelle scritte sui libri;
-    è crescere serenamente insieme ai propri familiari e ai propri coetanei;
-   è preparare qualche cibo con la mamma, per cui è necessario pesare gli ingredienti e magari fare le equivalenze tra varie unità di misura;
-    è crescere attraverso altre competenze di vita per imparare a gestire il proprio tempo,
-    è saper organizzarsi a trovare i propri interessi per capire che cosa si ami fare.
 
Sono quelli che la moderna pedagogia chiama “compiti autentici” quelli, cioè, che calano l’apprendimento scolastico nella vita di tutti i giorni.
 
Insomma, le vacanze non debbono essere vacanze - ossia legittimo riposo - solo per gli insegnanti! Se il calendario scolastico stabilito dal Ministero prevede l’interruzione della scuola per un periodo di tempo, allora va rispettato! Le vacanze non debbono essere riposo solo per gli insegnanti, ma anche per gli studenti!
Personalmente ricordo con nostalgia il mio curriculum della scuola elementare: il giovedì si faceva vacanza! Scelta assai intelligente che consentiva proprio uno "stanco" salutare.
In una parola, occorre avere il coraggio di affermare che i compiti sono un controsenso psicopedagogico. Dopo circa 4 mesi di scuola, il fanciullo della scuola primaria ha bisogno di riposare una decina di giorni.
 
Mi sembra superfluo sottolineare che quanto abbiamo espresso si contrappone nettamente al fatto di abbandonare i fanciulli, nativi digitali, davanti alla TV!
 
Il tutto in un clima familiare rilassato e sereno dove, per qualche giorno, sia accantonata “l’ossessione dei compiti”.
E’ un bel modo perché assieme agli alunni e ai docenti riposino … anche i genitori!
Buon Natale a tutti!
E buon riposo.

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