Chi “gioca” con Benedetto XVI?

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Se non ci si arresterà in tempo saremo al gioco al massacro. E anche se non condivido l’ipotesi di uno scisma nella Chiesa, va da se che si preannunciano tempi difficili.
 
Il fatto: la stampa di questi ultimi giorni ha anticipato l’uscita di un volume scritto a “quattro mani” (?) tra il cardinale Robert Sarah e Benedetto XVI. Il titolo farebbe supporre veritiero il lavoro a 4 mani: Dal profondo dei nostri cuori.
Va detto subito, a onor del vero che il Papa Emerito e il Cardinale Sarah si presentano come due «vescovi» in «filiale obbedienza a papa Francesco» che «cercano la verità» in uno «spirito di amore per l'unità della Chiesa». Lontani, quindi, dall'«ideologia» che «divide», scrivono. E anche da «litigi di persone, manovre politiche, giochi di potere, manipolazioni ideologiche e critiche piene di acredine che fanno il gioco del diavolo, il divisore, il padre della menzogna».
 
Tuttavia nel volume in parola il Papa Emerito avrebbe espresso apertamente e senza mezzi termini la propria contrarietà alla proposta sinodale di ordinare sacerdoti gli uomini sposati in alcune regioni particolarmente remote del mondo, come l’Amazzonia proposta e votata a larga maggioranza lo scorso autunno dalla riunione mondiale dei vescovi.
Il Papa Benedetto, che raramente era apparso in pubblico dopo le sue dimissioni, delle quali il suo segretario particolare ha dichiarato di non essersi mai pentito, e ancor più raramente aveva divulgato degli scritti, avrebbe pubblicato un volume scritto a quattro mani in cui si leggerebbe: «Lo stato coniugale riguarda l’uomo nella sua totalità: e dato che servire il Signore richiede tutte le risorse di una persona, non sembra possibile che le due vocazioni si realizzino contemporaneamente. In un altro punto del testo, Papa Benedetto ribadisce «Non posso tacere: il celibato è indispensabile. Io credo che il celibato dei sacerdoti abbia un grande significato ed è indispensabile perché il nostro cammino verso Dio possa restare il fondamento della nostra vita».
 
E il cardinale Sarah non sarebbe da meno, e scrive: «C'è un legame ontologico-sacramentale tra sacerdozio e celibato. Qualsiasi indebolimento di questo legame metterebbe in discussione il magistero del Concilio e dei papi Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI … La possibilità di ordinare uomini sposati rappresenterebbe una catastrofe pastorale, una confusione ecclesiologica e un oscuramento della comprensione del sacerdozio».
Inoltre il Cardinale Sarah supplica papa Francesco «di proteggerci definitivamente da tale eventualità ponendo il veto a qualsiasi indebolimento della legge del celibato sacerdotale, anche se limitato all'una o all'altra regione».
 
Come accade per ogni Sinodo il Papa, anche per questo, emanerà una Esortazione Apostolica pos-sinodale che, normalmente, accoglie le propositiones dei Padri partecipanti. Nessuno conosce, fino a questo momento, la decisione di Papa Francesco in merito alla proposta sgorgata dai lavori del Sinodo sull’Amazzonia. Anche il Papa Paolo VI aveva avuto pressioni (perfino dal patriarca di Venezia, poi Giovanni Paolo I) in ordine alla liberalizzazione della paternità e maternità responsabile, ma poi, nell’Humanae Vitae, ha manifestato il proprio pensiero contrario al parere della commissione da lui istituita.
Compito del Successore di Pietro, oggi il Sommo Pontefice Francesco, sarà quello di considerare il bene dell’universalità della Chiesa e assumere una decisione che sarà, appunto, per tutta la Chiesa. Fino a quel punto la “paressia”, cioè la libertà e la franchezza di esprimersi liberamente, è cosa richiesta da papa Francesco. Ma alla fine toccherà a lui discernere e decidere.
 
Non intendo qui entrare nel dibattito celibato si/celibato no. Quello che mi preoccupa è la sbandierata contrapposizione tra il Papa emerito e il Successore di Pietro.
E dichiaro di essere persuaso che Benedetto XVI sia ignaro della furbesca operazione commerciale.
E allora, cosa sta succedendo nella Chiesa? Chi può essere interessato a creare stati di confusione e dissenso deliberato così chiaramente? Personalmente non comprendo quale vantaggio potrebbero trarre coloro che manifestamente intendono mettere un Papa contro un altro. Certo è che un “magistero parallelo” potrebbe esacerbare gli animi di coloro che sono ostili a Papa Francesco. Il quotidiano romano IL TEMPO titola su 5 colonne: I Papi sono due. E se le danno.
 
Ma una domanda sorge spontanea: tutto vero? Mi è molto difficile, conoscendo bene Papa Benedetto, ritenere che egli possa entrare a gamba tesa nelle decisioni pontificie che dovranno a breve essere assunte dal suo Successore. Manifestamente egli fin dal momento delle dichiarate dimissioni  ha detto testualmente:
1.      Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.
2.      Per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.
3.      Con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro.
4.      La santa Madre Maria assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell'eleggere il nuovo Sommo Pontefice.
 
Sono affermazioni calibrate, pensate, pregate che non possono essere messe in dubbio. Ogni dietrologia è perfida; ogni lettura di intrighi, complotti, macchinazioni è ignobile. La statura morale  e la rettitudine di coscienza di Joseph Ratzinger avrebbero svelato ogni trama segreta, qualora ve ne fossero state!
 
Al contrario, nell’ultimo discorso ai Cardinali il 28 febbraio 2013 – auspicò: “Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui. E tra voi, tra il Collegio Cardinalizio, c’è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza”.
E nello scorso mese di giugno il Papa emerito Benedetto, in una intervista al Corriere della Sera, ha ricordato – tra l’altro -  a tutti: “Il Papa è uno: Francesco”.
 
Alla luce di queste dichiarazioni pubbliche del Papa Benedetto XVI un dubbio non me lo leva nessuno: il ruolo del Papa Emerito è forse al centro di una strumentalizzazione da parte dei suoi collaboratori e dalla fazione conservatrice, interessati a portare avanti le proprie battaglie e a minare la legittimità di Papa Francesco?
E’ vero che a pensar male si fa peccato, ma talora ci si indovina ... Sono troppe ormai le strumentalizzazioni “contro Francesco”, a iniziare dall’incomprensibile comportamento dell’arcivescovo Viganò che, con i suoi ciclici messaggi, agita non poco i marosi già molto agitati della vita della Chiesa. Qualche collaboratore vaticanista e commentatore di cose vaticane, ha parlato dell’esistenza di un «circo» intorno a Benedetto XVI che si starebbe approfittando di lui.
 
Ripeto “a pensar male si fa peccato”. Eppure certe volte si fa proprio bene a pensar male. Ma una certezza conservo e porto con me: mai e poi mai Papa Benedetto si metterebbe contro Papa Francesco. E, allora, preferisco pensare male; e chiedermi, anche se la domanda sarà destinata a rimanere senza una risposta:
“Chi sta lanciando il sasso e nasconde la mano”?
“Chi sta giocando con il Papa Benedetto XVI”?
Venga allo scoperto, o quanto meno si fermi, e non metta in pericolo l’unità della Chiesa.