Chi è Gesù Cristo per me oggi?
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Anche nel nuovo millennio continua a risonare la domanda di Gesù: «E tu, chi dici che io sia?»
Il Giovane Rabbi di Nazaret non ha posto questo interrogativo per condurre un sondaggio d'opinione.
È una domanda che pone oggi a ciascuno di noi.
Chi è Cristo per me oggi?
Che significato ha davvero nella mia vita?
Le risposte possono essere molto diverse:
«Semplicemente non mi interessa».
«Non mi dice niente».
«Non conto su di lui».
«So che alcuni sono ancora interessati».
«Mi interessano cose più pratiche e immediate».
In realtà Cristo è scomparso dall'orizzonte reale di persone che dicono: «Non ho tempo per questo. Faccio già abbastanza per affrontare i problemi di tutti i giorni. Vivo immerso in troppi impegni per cui mi resta poco tempo e la cosa non mi affascina. Sono troppo preoccupato per lasciarmi distrarre da queste domande».
In queste persone non c'è posto per Cristo. Non riescono neppure a immaginare l'incoraggiamento e la forza che potrebbe derivare a loro e nelle loro vite.
Altri ragionano così: «È troppo impegnativo per me. Non voglio complicarmi la vita. Mi mette a disagio pensare a Cristo. E, inoltre, le conseguenze sono limitanti: occorre evitare il peccato, condurre una vita virtuosa, dare spazio alle pratiche religiose. È troppo».
Queste persone non conoscono Cristo. Non sanno che Egli potrebbe introdurre una nuova libertà nella loro esistenza.
Altri ancora ragionano: «Lo sento molto lontano. Tutto ciò che si riferisce a Dio e alla religione è per me teorico e distante; sono cose di cui non si può sapere nulla con certezza. D'altronde cosa posso fare per conoscerlo meglio e capire di chi si tratti?».
Queste persone hanno bisogno di trovare una via che le porti a un'adesione più viva, personale e intima a Cristo.
Questo tipo di reazioni non sono "inventate": le ho sentite io stesso in più di un'occasione. Conosco anche risposte apparentemente più ferme:
«Sono agnostico».
«Prendo sempre posizioni progressiste».
«Io credo solo nella scienza».
Queste affermazioni sono per me inevitabilmente artificiali, quando non sono il risultato di una ricerca personale e sincera.
Resta il fatto che Gesù è ancora un estraneo. Molti non riescono più a intuire cosa voglia dire capire e vivere la vita per Lui, con Lui e in Lui.
Ma, alla fine, non possiamo non chiederci:
Che cosa fanno e come si comportano coloro che si dicono cristiani e suoi seguaci?
Parlano di Gesù almeno ogni tanto?
Lo stiamo rendendo credibile con la nostra vita?
O abbiamo smesso di essere suoi testimoni?