Avvento
tempo di speranza

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Siamo nella terza tappa del Tempo d’Avvento che precede la Natività del Signore, che i cristiani dedicano o debbono dedicare a una autentica preparazione spirituale per celebrare come si deve la venuta del Signore.

La venuta al mondo del Figlio di Dio fatto uomo ha avuto luogo ormai circa 2022 anni fa in Palestina.
E’ la “venuta” che celebriamo nella gioia del Natale, con canti di esultanza e di rendimento di grazie a Dio, che venne a salvarci per mezzo del Suo Figlio fatto uomo e nato dalla vergine Maria.

Questa prima venuta del Signore, circoscritta nel tempo, che celebriamo ogni anno nella Natività, la viviamo anche in prospettiva futura, avendo presente la seconda e ultima venuta del Signore Gesù assiso nella gloria alla destra del Padre. Egli verrà nella sua potenza come Giudice giusto e misericordioso dei vivi e dei morti.

E’ questa la ragione per la quale nella liturgia dell’Avvento sono frequenti le letture e i testi che fanno riferimento alla seconda e ultima venuta del Signore nel giudizio finale.

Attraverso la Parola della Scrittura siamo invitati a prepararci a vivere la Natività, non nella paura del giudizio finale, ma con la gioia e la speranza che la nostra salvezza è già più vicina di quando abbiamo incominciato a credere.

Natività è, pertanto, non solo una memoria o un ricordo, ma una celebrazione gioiosa poiché il Signore è venuto, una manifestazione della speranza nella nostra liberazione definitiva e il desiderio fatto preghiera:“Vieni, Signore Gesù”!

In tal modo la Natività è ogni anno, allo stesso tempo, memoria fatta presente del Signore che è venuto e anticipo gioioso della sua seconda venuta futura; è esperienza reale e attuale dell’incontro con il Signore che specialmente i cristiani vivono nel giorno del Natale, ma che è possibile vivere ogni giorno e in ogni momento della nostra vita perché il Signore è sempre con noi.

Il Signore viene per ciascuno di noi se andremo al suo incontro e sapremo accoglierlo personalmente, accoglierlo nei fratelli e nel prossimo più indigente e bisognoso.

Di fronte alla grande quantità di messaggi pubblicitari commerciali, consumistici, turistici che vengono catapultati nel nostro immaginario dai mass media fin da questi giorni di inizio Avvento per proporci un modo pagano e secolaristico di celebrare il Natale o doveroso chiedersi:

Che cosa ci attendiamo da questo prossimo Natale?
Chi attendiamo?
Attendiamo Qualcuno o qualcosa?

Per Chi o per che cosa ci prepariamo?
E in che modo?

 

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