Ambiguo anticipo del Natale!

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Di fronte alle tragedie del mondo, quello che sto per scrivere è, apparentemente, ben poca cosa. Ma non posso tacerlo e “per amore del mio popolo” non lo tacerò.

Infatti, sono rimasto basito dalla celerità con cui quest’anno si è dato via ai preparativi per il Natale. Girovagando per le vie di Roma sembra di essere a pochi giorni dal 25 dicembre, e – al contrario – fin dal 20 novembre le vie di Roma pullulavano di festoni e  luminarie natalizie.

Porto ancora con nostalgia nel cuore la saggezza dei miei genitori che preparavano e albero di Natale e presepio la notte della vigilia, mentre noi figli dormivamo, e il giorno dopo – giorno di Natale – esultavamo di gioia e di meraviglia per i pochi doni ricevuti e per l’albero illuminato e il presepe che odorava di muschio “vero” raccolto nei boschi vicino a casa.
 
Per i credenti cristiani, è importante notare che il Natale non è solo la celebrazione di Santa Klaus o di Babbo Natale e la celebrazione culturale di fine dell'anno, ma la memoria festosa della nascita di Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Orbene, lanciare l’aspetto esteriore delle luminarie e dei fili dorati del Natale a metà novembre vuol dire caricare la commemorazione della Natività del Signore di un mero esercizio commerciale.
 
Tutto deve avere il suo momento! La vita non è solo una festa per 365 giorni all'anno. Anche da un punto di vista didascalico educativo se il tempo dell'Avvento si estende sempre di più, perde il suo carattere speciale, diventa tempo comune da iscriversi più nell’agenda commerciale che in quella liturgica.

 

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