Amare con lo stile di Gesù

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Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.

Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». <<< + >>>

 

 

Era la vigilia della sua esecuzione. Gesù stava celebrando l'Ultima Cena con i suoi. Aveva appena lavato i piedi dei suoi discepoli. Giuda aveva già preso la sua tragica decisione e dopo aver ricevuto l'ultimo boccone dalle mani di Gesù, aveva lasciato il Cenacolo per attuare il suo vile disegno. Gesù disse ad alta voce: «Figlioli, ancora per poco sono con voi».

Egli parlò loro con tenerezza. Voleva proprio che i suoi ultimi gesti e le sue ultime parole rimanessero fissate indelebilmente nel loro cuore. «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Fu questo il testamento di Gesù.

 

Il Maestro ha parlato di un "comandamento nuovo". Dove è la novità? La consegna di amare il prossimo era già presente nella tradizione biblica. Anche molti filosofi avevao parlato di filantropia e amore per ogni essere umano. La novità è nella forma di amore tipica di Gesù: "Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri". D’ora in avanti la misura dell’amore è solo Gesù! Non ‘quanto’ amore siamo pronti a donare, ma ‘quale’ amore. Non quanti rapporti riusciamo ad instaurare, ma quali. Questo è lo stile dell’amare e dell’amore che dovrà essere diffuso nel mondo attraverso i suoi discepoli.

 I cristiani cominciarono la loro espansione in una società in cui vi erano termini diversi per esprimere quello che oggi chiamiamo amore. La parola usata era "philia" - che significa l'affetto per una cerchia ristretta di persone - è un fonema usato per parlare di amicizia, affetto o amore nei confronti di parenti e amici. Vi era, inoltre, la parola “eros" che, tuttavia, descriveva l'inclinazione piacevole, l’amore appassionato o semplicemente il desiderio orientato verso ciò che produce piacere e soddisfazione.

I primi cristiani hanno praticamente abbandonato questa terminologia e introdussero un'altra parola quasi sconosciuta, "agape", alla quale fu dato un nuovo e originale contenuto. Non volevano, infatti, che fosse confuso con null’altro l’amore ispirato da Gesù. Di qui il loro interesse nel formulare bene il "nuovo comandamento dell’amore": “Come io ho amato voi".

 

Lo stile di amare di Gesù è stato inconfondibile. Non si avvicinava alle persone in cerca del proprio interesse o della propria soddisfazione, della propria sicurezza o del proprio tornaconto. Egli fu solo interessato a fare il bene, accogliere, donare il meglio che aveva, offrire amicizia e misericordia, aiutare a vivere. Le prime comunità cristiane avevano ben presente le parole con cui il Vangelo aveva sintetizzato una delle variabili della vita di Gesù: "Ha trascorso tutta la sua vita facendo del bene".


Gesù ci insegna che non dobbiamo solo parlare d’amore! Occorre avere il coraggio di dare all’amore il suo vero contenuto a partire dallo spirito e dagli atteggiamenti concreti di Gesù. Abbiamo bisogno di apprendere che il Maestro ha vissuto l'amore come un comportamento creatore e attivo che lo ha orientato ad assumere un autentico spirito e missione di servizio verso tutti e ciascuno, fino a dare la vita per tutti noi.