23 domenica per annum
«Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro»

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 Dal Vangelo secondo Matteo 18, 15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». +++


Anche se le parole di Gesù riferite da Matteo sono di grande importanza per la vita delle comunità cristiane, raramente esse attirano l'attenzione dei commentatori e dei predicatori. E tuttavia la promessa di Gesù è di quelle che riscaldano il cuore: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

A ben vedere la crescita del cristianesimo al tempo dell'Impero Romano è stata resa possibile dalla nascita incessante di piccoli gruppi quasi insignificanti che si riunivano nel nome di Gesù per imparare a vivere insieme animati dal suo Spirito e seguendo le sue orme. Indubbiamente è stato importante l’intervento di Paolo, di Pietro, di Barnaba e di altri missionari e profeti. Le lettere apostoliche sono state occasione preziosissima di evangelizzazione.
Tuttavia il fattore decisivo fu la semplice fede dei credenti, i cui nomi non conosciamo, che si riunivano nel nome di Gesù, ascoltavano il suo messaggio e celebravano la Cena del Signore.
 
Le prime generazioni di cristiani non si sono mai preoccupati molto del numero. Alla fine del primo secolo erano forse circa ventimila, disseminati nel bel mezzo dell'Impero Romano. Pochi o tanti essi hanno formato la Chiesa di Gesù e sperimentarono quanto fosse importante vivere con il suo Spirito. Paolo invitava costantemente i membri delle piccole comunità a "vivere in Cristo". E il Vangelo di Giovanni esortava i cristiani a "rimanere in lui."

Il denominatore comune era l’invito a rimanere uniti e incontrarsi "nel suo nome". Gesù doveva essere il centro del piccolo gruppo. Era questa viva e reale presenza di Gesù che doveva incoraggiare, guidare e sostenere le piccole comunità dei suoi seguaci. È Gesù che deve sostenere la preghiera, animare le celebrazioni, rendere vivi ed efficaci progetti e attività.

Questa presenza è il "segreto" di ogni comunità cristiana viva. La cosa fondamentale è che i cristiani si incontrino e si riuniscano nel suo nome, attratti dalla sua persona e dal suo progetto: il Regno dei cieli. Gesù è la ragione, la fonte, il respiro, la vita di ogni comunità cristiana.
 
È indispensabile e ogni giorno più urgente che le nostre comunità cristiane ravvivino la coscienza e la consapevolezza di essere davvero comunità di Gesù che si riuniscono per ascoltare il Vangelo, per mantenere viva la sua memoria, per essere contagiati dal suo Spirito, per accogliere la sua gioia e la sua pace, per annunciare il suo Vangelo.

Gesù è l'unica forza in grado di rigenerare la nostra fede stanca e di routine. L'unico in grado di attrarre gli uomini e le donne di oggi. L'unico in grado di generare una nuova fede in questi tempi di incredulità.
Ma niente è tanto cruciale e decisivo come il tornare radicalmente a Gesù Cristo.
 
Cari Amici,
Non è un segreto per nessuno che la partecipazione alla messa domenicale sia in crisi profonda. Alcuni tra coloro che vi partecipano trovano la messa intollerabile; altri non hanno più la pazienza di partecipare a una cerimonia di cui sfugge il significato dei simboli e dove ascoltano parole che quasi mai toccano la realtà delle loro vite. Come è possibile che si perda la messa domenicale come se niente fosse? Non è l'Eucaristia il centro del cristianesimo?
 
Nella Chiesa di Gesù non ci si può stare in qualche modo: per abitudine, per inerzia o per tradizionalismo. I suoi seguaci di Cristo debbono essere «riuniti nel suo nome», convertendosi a lui, alimentandosi al Vangelo di Gesù. Incontrarsi nel nome di Gesù è creare uno spazio per vivere l'intera esistenza intorno a lui e stare dalla sua parte. Uno spazio spirituale ben definito non dalle dottrine, dai costumi o dalle pratiche, ma dallo Spirito di Gesù che ci fa vivere con il suo stile.

Il centro di questo "spazio” lo deve occupare la Parola di Dio. È l'esperienza fondamentale di ogni comunità cristiana per ricordare Gesù, ricordare le sue parole, accoglierle con fede e con l'aggiornamento della gioia: la gioia del Vangelo!
 
Non dimentichiamolo mai: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». Il modo migliore per rendere Cristo presente nella sua Chiesa è mantenerci uniti agendo "nel suo nome" e animati dal suo Spirito.
La Chiesa non ha bisogno tanto delle nostre confessioni d'amore o dei nostri facili entusiasmi mistici quanto del nostro impegno effettivo, concreto e coerente.


L'arte di accogliere il Vangelo permette di entrare in contatto con Gesù e vivere l'esperienza di crescere "nel suo nome" come suoi discepoli e seguaci.


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