2 domenica di Avvento
«L’urgente necessità della conversione»

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Dal Vangelo secondo Marco 1,1-8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».<<<  + >>>

«Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio». Questo è l'incipit solenne e gioioso del Vangelo di Marco.
Queste parole permettono di evocare qualcosa di ciò che troveremo nella sua storia.
Con Gesù «inizia» qualcosa di nuovo. È la prima cosa che Marco vuole chiarire.
Tutto quanto accadde prima appartiene al passato.

Gesù è l'inizio di qualcosa di nuovo e inconfondibile.
Gesù dirà che "il tempo è compiuto".
Con lui è arrivata la Buona Novella di Dio, la straripante bellezza del  Vangelo.

Questa Buona Novella è Gesù stesso; è lui il protagonista della storia che Marco ha scritto.
Infatti, la prima intenzione dell’evangelista non è stata quella di offrire una dottrina su Gesù o di fornire informazioni biografiche su di lui, ma aprirci alla Buona Novella che possiamo trovare solo in lui.
 
E così, improvvisamente e senza alcun preavviso, inizia a parlare della conversione urgente che tutto il popolo deve vivere per accogliere il Messia e Signore.
La pericope evangelica riferisci avvenimenti accaduti tra l'autunno dell'anno 27 e la primavera del 28. Nel deserto della Palestina era apparso un profeta assai originale; il suo nome era Giovanni. C'era qualcosa di nuovo e sorprendente in questo profeta. Non predicava a Gerusalemme come Isaia e gli altri profeti: viveva lontano dal tempio. Non frequentava il palazzo di Erode Antipa.
 
Egli gridava nel deserto: «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri».
È nel silenzio e nella solitudine che si può ascoltare Dio.
Il deserto è il posto migliore per iniziare la conversione a Dio e preparare la via a Gesù.

Questa "via del Signore" non poteva essere la strada romana in cui si muovevano le legioni di Tiberio.
Non poteva essere la strada che solo per formalità portava al Tempio.
Le strade indicate da Giovanni erano le nuove strade che avrebbero permesso un incontro personale con il Dio di Gesù Cristo.
 
Fu questo il prezioso e grande servizio di Giovanni Battista a Gesù. La sua chiamata non era diretta solo alla coscienza individuale di ciascuno. Ciò che Giovanni annunciava andava molto al di là della coscienza morale di ogni persona. Si trattava di «preparare la via del Signore», un percorso concreto e ben definito, il percorso stesso che Gesù avrebbe compiuto disilludendo le aspettative convenzionali di molti.

La reazione della gente fu commovente. Secondo l'evangelista, uomini e donne lasciarono la Giudea e Gerusalemme e marciarono verso il "deserto" per ascoltare la voce che li chiamava. Il deserto ricordava la loro antica fedeltà a Dio, loro amico e alleato, ma soprattutto, era il posto migliore per ascoltare la chiamata alla conversione.

Lì la gente diventava consapevole della situazione in cui viveva; sperimentava la necessità di cambiare; riconosceva i suoi peccati senza colpevolizzarsi; sentiva il bisogno di salvezza. Secondo la narrazione di Marco, «si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati».
 
Cari Amici,
La conversione di cui ha bisogno il nostro modo di vivere il cristianesimo non può essere improvvisata.
Richiede un lungo e severo raccoglimento e un prondo discernimento interiore.
Occorre un vero itinerario di fede per riconoscere di aver bisogno di una radicale conversione che permetta di accettare più fedelmente Gesù Cristo come centro del nostro cristianesimo.

Molto spesso volgiamo essere cristiani senza Cristo!
E questa potrebbe essere la nostra grande e grave tentazione.
 
Dobbiamo decidere di andare nel «deserto» convinti che abbiamo urgente necessità di conversione. Il deserto (il silenzio dentro di noi e attorno a noi) permetterà di ascoltare la voce che invita a cambiare. Il deserto non ci distrarrà e potremo, così, far di conto con le nostre paure e la nostra mancanza di coraggio nell'accogliere la verità di Gesù Cristo nella nostra vita.

Chi vive vitalmente con Gesù e penetra un po’ nel suo mistero sa che con lui può davvero iniziare una nuova vita, sa che è possibile vivere qualcosa che mai è stata sperimentato prima.
In Gesù incontriamo "la salvezza di Dio".
 
Dobbiamo avvertire acuto e profondo il bisogno di riconoscere i nostri errori e i nostri peccati.
Senza questa conversione non sarà possibile «preparare la via del Signore».

 

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