1 domenica di Quaresima
«Vàttene, satana!»

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Bible Historiale Complétée’ (1371-1372), Koninklijke Bibliotheek, L’Aia.

 

 Dal Vangelo secondo Matteo 4, 1-11
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. 
 
Le prime generazioni cristiane si sono mostrate sempre molto interessate alle prove che Gesù dovette superare per rimanere fedele a Dio e al progetto del suo Regno. La vita di Gesù e dei suoi seguaci avrebbe conosciuto ancora delle tentazioni. Luca, ad esempio, avverte nel suo Vangelo che «il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato». Ecco perché gli evangelisti antepongono il racconto delle tentazioni prima di narrare l'attività profetica di Gesù.

La reazione del Maestro serve da modello per il nostro comportamento morale, ma, soprattutto, sollecita a non deviare mai dalla missione che Gesù avrebbe affidato ai suoi seguaci.
Ma il racconto evangelico avverte che potremmo rovinare le nostre vite, se ci dovessimo allontanare dalla via seguita da Gesù.

La prima tentazione è di importanza decisiva, perché può pervertire e corrompere la nostra vita alla radice. Apparentemente, a Gesù venne offerto qualcosa di molto innocente e buono: mettere Dio al servizio della sua fame. «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane».
Tuttavia, Gesù reagì prontamente e in modo sorprendente: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».

Gesù non avrebbe mai reso il pane un'esigenza assoluta. Non avrebbe mai messo Dio al servizio del proprio interesse. Egli avrebbe cercato sempre e prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia. E in ogni momento avrebbe ascoltato la Parola del Padre suo. Il desiderio dell'essere umano non si estingue nutrendo il suo corpo. Ha bisogno di molto di più.
La nostra grande tentazione oggi è quella di voler trasformare tutto in pane.
 
La seconda tentazione è avvenuta nel "tempio". «Il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio». Il tentatore propose a Gesù di fare il suo ingresso trionfale nella Città santa, scendendo dall'alto come un glorioso Messia. La protezione di Dio sarebbe stata assicurata. I suoi angeli si sarebbero presi cura di lui. Gesù reagì con decisione: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Non si sarebbe mai prostrato davanti al diavolo che gli offriva l'impero su tutti i regni del mondo.

Gesù non sarebbe mai stato un Messia di successo.
Non avrebbe messo Dio al servizio della sua gloria.
Quando i seguaci di Gesù cercano di "stare bene" piuttosto che "fare il bene", si allontanano da Lui.

La terza tentazione è avvenuta su «sopra un monte altissimo», da dove si potevano ammirare «tutti i regni del mondo e la loro gloria». Tutti, ovviamente, “controllati” da Satana, che fece a Gesù un'offerta incredibile a una precisa condizione: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Gesù reagì violentemente: «Vàttene, satana!».

Dio non ha mandato il Figlio a dominare il mondo come l'imperatore di Roma, ma a farsi sevo per amore. Non sarebbe mai stato un Messia dominante ma un servitore. Il regno di Dio non si impone con il potere, ma è offerto con amore.

Cari Amici
Il discepolo del Signore deve scacciare tutte le tentazioni di potere, di gloria o di dominio, gridando come Gesù: «Vàttene, satana!». Il potere mondano è un'offerta diabolica. Quando i cristiani lo cercano, si allontanano da Gesù.

Le tentazioni sono in agguato anche per noi. Sant’Agostino scrisse che in Gesù siamo stati tentati anche noi.

Ripercorrendo le tre tentazioni del Maestro possiamo dire che il nostro primo equivoco, la nostra prima tentazione è quella di considerare la soddisfazione dei bisogni materiali come l'obiettivo ultimo e assoluto. Pensare che la felicità ultima dell'uomo si trovi nel possesso e nel godimento dei beni.

Secondo Gesù, questa soddisfazione dei bisogni materiali, pur importante, non è sufficiente. L'uomo diventa umano quando impara ad ascoltare la Parola del Padre che lo chiama a vivere come un figlio di Dio e fratello.
 
Il nostro secondo equivoco è quello di cercare il potere, il successo e il trionfo personale, soprattutto e a ogni costo. E ciò in aperta infedeltà alla stessa missione cristiana e in preda alle più ridicole idolatrie.

Secondo Gesù l'uomo ha successo, non quando cerca il proprio prestigio e il proprio potere, in competizione e rivalità con gli altri, ma quando è capace di vivere in un servizio generoso e disinteressato per i fratelli.

Il terzo nostro equivoco è quello di cercare di risolvere il problema ultimo della vita senza rischi, senza lotte o senza sforzi, utilizzando egoisticamente Dio in modo interessato e magico. Secondo Gesù, concepire la religione in questo modo significa svilirla. La vera fede non porta all'evasione della realtà e all'assenteismo di fronte ai problemi.

Al contrario: coloro che hanno capito che cosa significhi essere fedeli a un Dio, Padre di tutti, rischiano ogni giorno nello sforzo di realizzare già qui su questa terra il Regno di Dio anche se in modo non ancora compiuto e definitivo.
 
All’inizio di questo itinerario quaresimale viviamo questo processo come esperienza di salvezza. E il miglior segno della presenza salvifica di Dio che guarisce il nostro cuore dalle tentazioni è quell'umile gioia interiore che a poco a poco può risvegliarsi in noi.
Una gioia che scaturisce dal cuore
quando è aperto alla luce e alla parola di Dio.
 
Il racconto evangelico presenta Gesù come l'uomo che, nel momento della crisi e della tentazione, sa come "perdere" per "vincere" la vita.
 
Sia così anche per noi!
 
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