E l’Italia si scoprì religiosa

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I quotidiani e le agenzie di informazioni hanno dato conto dei dati dell’Auditel relativi alla recita del Rosario di giovedì sera in risposta all’invito di Papa Francesco. Il Rosario era stato promosso dai Vescovi italiani: il Papa con un video messaggio d’inizio ha chiesto a tutti di rivolgersi al Signore, perché custodisca in modo speciale ogni famiglia, particolarmente gli ammalati e le persone che se ne stanno prendendo cura.
 
I freddi numeri dell’Auditel rivelano che Il Rosario per l’Italia con Papa Francesco ospitato dalla chiesa romana di San Giuseppe al Trionfale ha visto sintonizzati sul canale 28 del digitale terrestre ben 4.221.000 telespettatori con il 13,16% di share. Un vero successo di ascolti per Tv2000, l’emittente controllata dalla Conferenza Episcopale Italiana.
 
Devo dire che non ne sono meravigliato. In tempo di pandemia il ruolo della preghiera è fondamentale. La preghiera è un modo per avere conforto e trovarsi uniti. In questo momento di paura ci si affida con la speranza e la certezza che torneremo ad abbracciarci e stingerci la mano.
 
A costo di sorprendere qualcuno (ho già scritto di questo) mi auguro che i momenti della preghiera, ossia la partecipazione video alla Messa di Papa Francesco alle 07.00; la celebrazione di una seconda Santa Messa alle ore 08,30; la recita del Rosario dal Santuario di Lourdes (chiusissimo!)  alle 18.00; la santa Messa dal Santuario del Divino Amore in Roma alle 19.00 tutto trasmesso da TV 2000 spero non faccia parte di una ritualità magica o mitica, ma sia la riscoperta di un “bisogno di Dio” che in questa difficile occasione tutti riscopriamo.
 
Ce ne eravamo dimenticati; avevamo creduto che l’uomo fosse diventato “onnipotente”. Avevamo creduto di essere autosufficienti e di non aver bisogno di nessuno. Avevamo rallentato i rapporti umani e il rapporto “numero uno” con Dio. Oggi, mentre non possiamo incontrare nessuno, neppure le persone più care, mentre i malati muoiono senza il conforto dei parenti e i morti “vanno al cimitero da soli”; mentre per Pasqua non potremo neppure incontrare i nostri familiari, avvertiamo acuto e profondo il bisogno della prossimità e della vicinanza, della stretta di mano e dell’abbraccio. Scopriamo il bisogno di quel Dio che ha orientato nella fanciullezza le nostre vite e che a un certo punto del nostro percorso abbiamo abbandonato per rincorrere le false chimere e le false ideologie di una cultura che ha deciso di “fare a meno di Dio” e che ha manipolato l’uomo fino a fargli credere di poter vivere  “come se Dio non esistesse”.
 
E’ bastato un misero virus a rimettere tutto in discussione; a terrorizzarci, ad angosciarci, a portare dentro casa bollettini di guerra impressionanti di morti e feriti. Numeri peggiori delle ultime due guerre.
 
Auguro a me e a voi che la ricerca, il bisogno, la protezione di Dio non sia un atto magico o superstizioso, ma la presa di coscienza di quelle radici cristiani rese obsolete dalla onnipotenza superba dell’uomo e che improvvisamente si è sciolta come neve al sole.
 
Rimanga la fede! Irrobustita e vera. In un Dio che è Padre e ci ama.